Giulia Lazzarini emoziona il pubblico di Varese con le memorie di un’infermiera psichiatrica prima e dopo Basaglia
Tutti in piedi gli spettatori ai Giardini Estensi ad applaudire l'interpretazione magistrale del testo "Muri, prima e dopo Basaglia" scritto da Franco Sarti per rendere omaggio a chi ha aperto i centri psichiatrici
Uno spettacolo nello spettacolo. Un’emozione intensa e vibrante. Giulia Lazzarini è stata protagonista dell’ultimo appuntamento di “Estate con i grandi attori”,tre serate di teatro proposte dal Comune di Varese ai Giardini Estensi.
Classe 1934, Giulia Lazzarini ha tenuto il palco per oltre un’ora. Una narrazione intensa e coinvolgente per raccontare le memorie di un’infermiera psichiatrica del periodo pre e post Basaglia. Il suo incontro con “ i matti” al manicomio di san Giovanni di Trieste, in quello che doveva essere “un lavoro come un altro” condotto con metodi e sistemi “di cui oggi mi vergogno ma che allora sembravano normali”.
Il testo “Muri. Prima e dopo Basaglia” è stato scritto da Renato Sarti come omaggio a Franco Basaglia, un percorso per non dimenticare ciò che è stato quel lavoro rivoluzionario, una conquista umana prima che scientifica.
Le memorie dell’infermiera e la sua crescita personale, prima che professionale, sono state narrate da Giulia Lazzarini, 88 anni compiuti, con trasporto e partecipazione. Mescolando dialetto triestino e italiano ha condotto il pubblico nel viaggio che è stato prima di coscienza, con i dubbi davanti alla brutalità gratuita verso le 151 donne che restavano sedute dalle 8 della mattina alle 8 di sera, in un tal silenzio che “sembravano mute”. E ancora le punizioni perfide di infermiere “zitelle che non avevano nessun altro nella vita su cui sfogare le proprie frustrazioni”: l’elettrochok se rispondevano male, la lobotomia per chi non si placava nemmeno dopo varie esperienze dentro “la cabina”, le terapie choc per le alcolizzate. E poi l’area dei bambini, talmente sconvolgente che l’infermiera resiste solo un giorno. E, ancora, la camicia di forza e quei trattamenti che strappavano la dignità ai “corpi vuoti”.
Il racconto scritto da Sarti ( nella foto sopra insieme a Lazzarini) mette a confronto il prima, tre anni dal ’68 al ’71, e il dopo con l’arrivo di Basaglia che ha abbattuto i muri di separazione, tra il dentro e il fuori, tra “noi e loro”. Un’evoluzione che coincide con il cammino professionale e personale dell’infermiera che comprende finalmente l’aberrazione dietro a comportamenti normalizzati, attuati con un disagio latente.
Pause, vibrazioni, commozione: la voce di Giulia Lazzarini copre tutti i toni necessari a far sgorgare le emozioni. Il testo crudo e intenso permettono all’attrice di trasportare gli spettatori nel difficile e doloroso cammino di consapevolezza progressiva, fino all’adesione convinta al gruppo basagliano della protagonista. Un’adesione totalizzante che la costringerà a ritrovarsi sola, ad allontanarsi dal marito e dalla sua famiglia, lontani da ideali e passioni sorti con il lavoro quotidiano di rivoluzione basagliana.
Il pubblico varesino ha seguito con trasporto e coinvolgimento il viaggio scritto da Renato Sarti e narrato da Giulia Lazzarini. Alla fine il tributo è stato convinto, tutti in piedi ad applaudire una straordinaria interprete capace, a 88 anni, di suscitare emozioni così profonde e anche a Franco Sarti autore e regista di un testo teatrale che è un documento storico prezioso per non dimenticare il grande contributo di Franco Basaglia.
Alla fine della serata, l’assessore Enzo Laforgia ha donato a Giulia Lazzarini un volume dedicato a Varese e una pergamena come ringraziamento della città all’artista.
Tre serate, tre successi per una proposta teatrale che Varese ha dimostrato di apprezzare.
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