Picchiata e violentata dal figlio di un camorrista, in aula a Busto Arsizio il calvario di una donna

Per un anno ha convissuto con Salvatore Aria, figlio di un piccolo boss del casertano molto legato a Raffaele Cutolo (che battezzò l'altro figlio Michele), ora lo accusa di maltrattamenti e violenza sessuale

tribunale busto arsizio

Quando lo ha conosciuto non aveva idea del guaio in cui si sarebbe cacciata ma nel giro di un anno la situazione è precipitata a tal punto che è dovuta scappare in una casa rifugio per non farsi più trovare.

L’ennesima donna vittima di violenza in famiglia lo ha raccontato tra le lacrime questa mattina in tribunale a Busto Arsizio, protetta da un separè per non incrociare lo sguardo beffardo di Salvatore Aria (difeso da Fabrizio Busignani e Raffaella Servidio), noto alle cronache per essere un appartenente alla famiglia della provincia di Caserta storica alleata di Raffaele Cutolo, ‘o professore di Ottaviano, come veniva chiamato con reverenza, a capo di un esercito di camorristi affiliati alla Nco (la nuova camorra organizzata) che seminò terrore in Campania negli anni ’80 e ’90.

La vicenda per la quale è oggi a processo col rischio di una condanna fino a 14 anni, culminò con l’arresto eseguito ad ottobre del 2021 dai Carabinieri della Tenenza di Tradate in seguito alla denuncia che la donna fece solo dopo essere stata ospitata in una casa per donne maltrattate.

La decisione è arrivata quando Aria, 50 anni e alcuni precedenti alle spalle tra i quali anche un maxi-riciclaggio di 250 milioni di euro risalente al 2012 al quale aveva preso parte in qualità di promotore finanziario, si è presentato a casa della donna con la scusa di recuperare i suoi beni. Nonostante lei non volesse farlo entrare lui lo ha fatto lo stesso, l’ha picchiata e l’ha costretta ad un rapporto sessuale non consenziente. La vittima in quell’occasione riuscì a fuggire in un bar e a chiedere aiuto. Da qui anche l’accusa di violenza sessuale.

Un arresto per violenza di genere, in manette a Tradate l’ex violento

La donna, interrogata dal pm Flavia Salvatore, ha ripercorso il calvario durato un anno nella casa di Fagnano Olona dove erano andati a vivere insieme e durante il quale lui l’aveva costretta a non avere più rapporti con nessuno, a camminare a testa bassa per strada e ad una serie di vessazioni psicologiche.

Quando il 50enne le ha raccontato la sua storia e quella della sua famiglia lei si è impaurita ancora di più e non ha trovato il coraggio di denunciare «avevo capito che era una famiglia di malavitosi», fino a quando la violenza fisica ha preso il sopravvento: «Ho denunciato solo una volta entrata nella casa protetta perchè mi sentivo al sicuro. Non ho visto mia figlia per 100 giorni» – ha risposto al legale di parte civile Elisabetta Brusa.

La famiglia Aria è molto nota a Tradate perchè legata alla presenza, mai dimenticata in città, di Roberto Cutolo (figlio primogenito di Raffaele). Il capostipite Armando si era trasferito con l’intera famiglia da Teano, in provincia di Caserta (dove una buona parte di loro è stata arrestata nel 2020 per estorsioni, ndr), e uno dei figli (Michele) era stato addirittura battezzato dal capo della Nco. Proprio quest’ultimo, oggi collaboratore di giustizia, era molto legato a Roberto Cutolo, freddato dai killer della ‘ndrangheta proprio a Tradate nel 1990.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Settembre 2022
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