Redaelli: “Monza è nel futuro: il Gran Premio apre il nuovo secolo dell’autodromo”
Intervista esclusiva all'imprenditore varesino, presidente del circuito: «Inauguriamo i prossimi 100 anni con politiche "green" e con una sfida: fornire tutti i servizi per non perdere la F1»
L’autodromo nazionale di Monza compie quest’anno il secolo di vita e sta per ospitare il 92° Gran Premio d’Italia di Formula Uno, l’evento più importante e più famoso, il cardine dell’attività annuale del circuito brianzolo. Una struttura celebre in tutto il mondo che ha a capo un varesino: Giuseppe Redaelli, imprenditore, è il presidente della SIAS, la società di proprietà dell’ACI (90% AC nazionale, 10% AC Milano) che gestisce l’impianto.
Tocca a lui raccontare, per VareseNews, come si vive un’esperienza di questo genere e, soprattutto, qual è il presente e quale dovrà essere il futuro dell’autodromo perché «se è vero che festeggiamo i primi 100 anni, dobbiamo anche ricordare che oggi inizia il secondo secolo di vita di Monza. E, specie nel mondo dell’automobilismo, siamo di fronte a cambiamenti epocali».
Redaelli, come si vive la settimana del Gran Premio d’Italia nel suo ruolo, importante e delicato?
«Innanzitutto è una attività che emoziona, perché Monza resta una icona dello sport mondiale. I fans che vengono a vedere il gran premio fanno sacrifici per arrivare da ogni parte del mondo ed è giusto che venga data loro la possibilità di provare le emozioni che si aspettano. Poi ci sono i team che considerano Monza il tempio della velocità e per questo è necessario mantenere per loro gli standard richiesti. E infine bisogna pensare che il territorio si aspetta un indotto importante dal weekend più atteso. Perché tutto questo accada, il gruppo di lavoro dell’autodromo è impegnato per buona parte dell’anno. Io mi trasferisco lì per una settimana perché gli impegni sono tanti e le giornate molto lunghe, tra protocolli da rispettare, ospiti da accogliere, istituzioni da accompagnare… Devo dire che, personalmente, negli ultimi due anni ho meno incarichi operativi e più impegni legati alle relazioni, che sono importantissime, e così sono un po’ più sollevato rispetto a prima. Però so bene quanto ci sia da fare: pensiamo anche a momenti come la tradizionale invasione di pista, una cosa che accade solo a Monza e che va gestita con la massima attenzione. Quest’anno ne attendiamo una da record».
Nel 2022 si chiude il primo secolo di vita dell’autodromo nazionale. Che strada dovrà intraprendere la struttura da qui in avanti?
«Quello del centenario è senz’altro un anno speciale: ricordiamo il secolo di storia ma inauguriamo anche i prossimi 100 anni in un mondo che è stato radicalmente cambiato dal lockdown. E che deve affrontare tutti gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale e a questo genere di tematiche, con l’esigenza sempre più forte di diventare carbon free. Va in questa direzione l’accordo con Brianza Acque; durante il GP sarà erogata acqua naturale e gassata così da ridurre al minimo l’uso delle bottigliette di plastica. Ma in generale tutta la prospettiva futura va presa di petto fin da subito, dandoci nuovi obiettivi e pensando anche alle nuove esigenze da parte del pubblico che cerca intrattenimento anche al di fuori dall’attività motoristica».
Al discorso legato alla sostenibilità si lega anche l’importante convegno dell’8 settembre promosso insieme ad Ambrosetti Club
«Esatto. Sarà un seminario – che ho ideato e sostenuto con convinzione – nel quale verranno illustrate ai massimi livelli quali sono le attività intraprese per rendere sempre meno impattante la presenza delle auto da Formula Uno, rendendo però ancor più competitive le gare. Ci sarà, per esempio, Ross Brawn che illustrerà le novità tecniche, aerodinamiche e legate ai carburanti che saranno sempre più carbon free. Parteciperà anche Stefano Domenicali, amministratore delegato della Formula Uno, l’introduzione sarà affidata al presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani. E lo studio Ambrosetti ha condiviso con entusiasmo i temi di questo appuntamento aperto anche a una rappresentanza di Assolombarda».
Il GP d’Italia di Formula Uno (foto Monzanet.it)Restiamo “nel futuro”: si sente spesso parlare di una riduzione dei gran premi europei di Formula Uno. Monza rischia il posto?
«L’attuale contratto garantisce la presenza della Formula Uno fino al 2025. È vero che l’intenzione è di ridurre il calendario europeo e quindi la sfida c’è ed è molto grossa. Oggi sono più importanti i servizi forniti rispetto alla tradizione e alla fama delle piste: noi lavoriamo perché Monza continui a fornire tutto ciò che la Formula Uno richiede e per dare uno spettacolo sempre più attraente. Sappiamo tutti, però, che l’autodromo si trova all’interno del più grande parco naturale recintato d’Europa e questo fa incontrare alcune difficoltà sia logistiche sia per gli aggiornamenti costanti dell’impianto. Sono felice che nelle scorse ore sia stato dato il via libera alla “Fan Zone” per la quale stiamo lavorando alacremente, così da offrire ai fans un’esperienza ancora più coinvolgente, con il programma che ci eravamo prefissati. La fattibilità degli interventi è condizionata dai permessi dell’ente locale con cui però c’è un eccellente rapporto a livello di trasparenza e collaborazione; Governo e Regione Lombardia ci sono vicini e sono fortemente impegnati nell’erogazione dei contributi e l’ACI continua a fare la sua grande parte».
Intanto, in questi ultimi due anni, l’autodromo è stato teatro di tanti eventi sportivi di grande richiamo.
«Nonostante il lockdown, Monza ha continuato a essere una tappa importante per campionati di altissimo profilo. Mi riferisco al Mondiale endurance, ovvero il FIA WEC, che abbiamo ospitato a luglio, e alla serie europea ELMS senza dimenticare l’orgoglio per aver fatto diventare il Rally di Monza l’ultima tappa del Mondiale WRC nel 2020 e 2021. Quest’anno in teoria la gara conclusiva sarà in Giappone ma se ci fossero intoppi siamo pronti per tornare in calendario. Tra l’altro, mi ero speso per portare qualche prova speciale nel Varesotto, ma la lontananza geografica e i conseguenti problemi logistici e viabilistici non lo consentiva».
La 6 Ore di Monza 2022 valida per il mondiale endurance / Foto: FIA WECE al di fuori delle gare, quale dovrà essere la vocazione dell’impianto?
«Bisogna proseguire sul tema “green”. Durante la tappa finale del Mondiale WRC 2021 (rally ndr) abbiamo ottenuto la seconda stella su tre nel rating delle politiche ambientali della FIA e contiamo di arrivare alla terza intorno a fine anno. Questa, devo dire, è una esigenza sentita da tutti: promotori, organizzatori, partecipanti… c’è una ricerca continua per trovare soluzioni tecniche tese a ridurre sempre più l’impatto ambientale. Se integriamo questo aspetto con l’offerta di servizi sempre migliori per pubblico e team, allora il futuro del prossimo secolo sarà molto concreto. Ma c’è dell’altro ancora».
Dica.
«Stiamo lavorando per mettere in campo le innovazioni nel più breve tempo possibile. Durante il Gran Premio sbarcheremo nel Metaverso e saremo il primo autodromo a esserci: daremo ai fans di vivere l’esperienza sul circuito attraverso il loro avatar nell’ottica di coinvolgere sempre di più il pubblico. Ma aspettiamo le persone anche dal vivo: passeggiare sulla sopraelevata, partecipare agli eventi, anche non motoristici e via dicendo. Poi c’è tutta un’attività industriale fatta di test, di prove, di ricerca e per questo stiamo progettando il recupero dell’anello ad alta velocità. Discorsi in cui si innestano anche quelli legati alla sicurezza stradale. Insomma: Monza va sempre di più nella direzione di essere un luogo legato ai motori a 360 gradi».
Per concludere l’intervista, vorrei riportarla per un momento sul personale. Qual è il punto dell’autodromo che lei ama di più?
«Visto il mio ruolo, durante le gare, rimango quasi sempre nell’edificio principale come potrete capire. Però, se posso, mi sposto o alla prima variante oppure alla variante Ascari. Due postazioni molto belle dove si può ammirare l’abilità dei piloti e godere delle sfide che i protagonisti si lanciano sulla pista».
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