Tariq Owens, il “dj” della Openjobmetis che si affida (anche) alla forza mentale
«Prenderò il numero 41 perché la "testa" vale quattro volte il fisico». Arcieri: «Lo seguiamo da gennaio, ha le caratteristiche giuste». Fuori dal campo Tariq mette la musica e rivela: «Amo la pasta, soprattutto la carbonara»

Il piccolo infortunio muscolare che lo sta tenendo seduto in questi giorni è un intoppo che non toglie il buonumore a Tariq Owens, il pivot alto (2,08) ma leggero che nelle intenzioni di Luis Scola e Mike Arcieri dovrà essere il “protettore d’area” ma anche uno degli stantuffi che permetteranno alla Openjobmetis di correre su ritmi troppo alti per gli avversari.
Owens, che ha 27 anni e viene da Utica, stato di New York, è alla prima esperienza professionistica al di fuori dagli USA, ha brevemente assaporato la NBA ma ora proverà a farsi notare sul palcoscenico europeo. “Marcato stretto” dagli emissari della Pallacanestro Varese – Arcieri ha attivato i suoi contatti nella Grande Mela – Owens è stato osservato durante il periodo di riabilitazione seguito all’infortunio al ginocchio patito un anno fa. E, successivamente, è stato visionato negli allenamenti organizzati dalle varie agenzie come “vetrina” per i dirigenti alla ricerca di giocatori: in queste occasioni ha giocato insieme a Colbey Ross con cui formerà l’asse portante della squadra biancorossa».
«Colbey mi è piaciuto subito, ha tanta voglia di fare bene e ha doti di passatori notevoli che proveremo a combinare con il mio atletismo. Ma al di là di noi due, mi sembra che Varese sia una squadra molto buona» racconta Owens nella cornice “lignea” scelta per la sua presentazione, lo stabilimento dello sponsor “Novello” a Oggiona con Santo Stefano. Con il pivot anche il gm Arcieri e l’allenatore Matt Brase, determinanti nella scelta “varesina” di Tariq, qualche settimana fa: «Questa estate ho ricevuto diverse offerte; ho parlato con Mike e Matt e mi è sembrato che Varese potesse essere il posto giusto anche per ambiente che mi è apparso molto familiare. Per questo ho accettato».
I diretti interessati confermano e rilanciano: «Seguivamo Owens fin da gennaio, appena dopo il mio arrivo, perché fin da subito la nostra idea di squadra è questa, con un pivot in grado di proteggere il ferro ma anche correre in attacco. Lo abbiamo “intervistato” durante il periodo della riabilitazione e abbiamo avuto una grande opinione di lui: aveva la testa giusta per rientrare da un infortunio, ci è piaciuto» spiega il dirigente italoamericano. «Tariq ha anche un buon tiro – conferma Brase a domanda specifica – non abbiamo ancora deciso se utilizzarlo eventualmente insieme a Caruso: stiamo ancora definendo una serie di situazioni tecniche e sceglieremo più avanti in un senso o nell’altro. Però avere anche questa opzione è un vantaggio in più per la squadra».

Owens è apparso e si è descritto come un tipo gioviale («È il nostro dj resident» conferma Arcieri) che sta scoprendo la realtà in cui è arrivato, ma allo stesso tempo ha dalla sua una certa solidità di “testa”. «Prenderò il numero 41 perché un mio vecchio allenatore, all’università del Texas, mi spiegò che la forza mentale vale quattro volte quella fisica – La testa è più importante del corpo, un messaggio che ho sentito mio soprattutto nel periodo successivo all’infortunio».
Ma, per l’appunto, c’è anche il lato più leggero che comprende anche una dieta che – ironizza lo stesso Arcieri – potrebbe aiutare Owens a metter su qualche chilo in più per le battaglie d’area. «Da quando sono arrivato sto scoprendo quello che mi circonda; la città, la cultura, la lingua – inizio a imparare qualche parola d’italiano – e so che attorno alla squadra c’è tanto calore che non vedo l’ora di avvertire al palazzetto. E poi naturalmente la cucina: ho assaggiato numerosi tipi di pasta, mi piacciono tutti. La mia preferita? Beh, la carbonara».
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