Un esposto per denunciare spari e spaccio nei boschi della Valcuvia
Secondo alcuni residenti si sta assistendo ad una escalation di attività illecite nelle zone fra Rancio Valcuvia, Ferrera di Varese e Masciago Primo
Una lunga lettera esposto con l’obiettivo di interessare le autorità amministrative e di pubblica sicurezza per un problema oramai cronico nei boschi della Valcuvia ma che secondo i residenti ha assunto nell’ultimo periodo i toni di una vera e propria escalation con minacce, presenza di persone armate nelle piazze di spaccio, e colpi d’arma da fuoco che quotidianamente vengono avvertiti e segnalati.
A tornare sulla questione dello spaccio nei boschi dopo che in passato aveva già investito della problematica le istituzioni locali è il consigliere comunale di Masciago Primo (in minoranza) Matteo Bariani che ha raccolto, nome e cognome, le testimonianze di alcuni residenti nella zona che lamentano di una situazione pesante e pericolosa che in alcuni casi sarebbe sfociata in vere e proprie minacce esplicitate dai pusher nei riguardi di persone a passeggio nelle zone boschive (nella foto, una pipa per fumare crack o eroina realizzata con una bottiglia in plastica e trovata in uno dei boschi utilizzati per lo spaccio di queste sostanze, in Valcuvia).
Episodi recenti citati nel documento girato anche a Varesenews: il 12 settembre due persone, un agricoltore e un cacciatore intenti ad effettuare un controllo della fauna selvatica hanno notato un gruppo di spacciatori alla “Bolacca“, località di Masciago Primo, seguito subito dall’allettamento delle forze dell’ordine, si legge nell’esposto inviato per conoscenza anche al prefetto di Varese Salvatore Rosario Pasquariello. Due giorni dopo, il 14 settembre «tre spacciatori minacciavano due persone con delle roncole per poi dileguarsi subito dopo nel bosco».
Il tutto in pieno giorno, alle 11 del mattino. E lo stesso giorno alle 19 residenti in alcune località di Masciago Primo, Ferrera di Varese e Rancio Valcuvia (paesi confinanti) «hanno udito innumerevoli colpi di arma da fuoco in rapida successione provenienti dalle zone boschive da tempo note per le attività illegali legate allo spaccio già più volte segnalate», colpi «sparati a poca distanza dalle abitazioni». Il giorno successivo, il 15, altri colpi d’arma da fuoco sentiti provenire da diversi residenti sempre alla Bolacca e al “Ronco“ (Ferrera di Varese): anche in questo caso sono stati chiamati i carabinieri. «I residenti hanno paura, alcuni terrorizzati».
Il consigliere di minoranza di Masciago Primo che solo la scorsa settimana aveva partecipato alla pulizia della spazzatura trovata in un bivacco dalle parti dell’Alpe Tedesco chiede oltre ad un consiglio comunale ad hoc, anche l’impiego massiccio di telecamere per il presidio dei varchi in ingresso nei paesi considerati in questo momento “caldi”.
Viene inoltre proposto nel documento anche un tavolo con le giunte dei centri coinvolti per condividere problemi e discutere di soluzioni. La denuncia arriva dopo una serie di episodi emersi negli ultimi mesi e che sono considerati un “salto di qualità“ da parte degli spacciatori nonostante diverse operazioni da parte delle forze dell’ordine. Una recrudescenza dove si sono segnalati episodi legati all’uso della violenza, tortura e armi da fuoco, come registrato la primavera scorsa fra Laveno Mombello e Sangiano quando per il controllo del territorio si fronteggiarono bande rivali lasciando sul terreno cinquanta bossoli di fucile esplosi in pochi minuti, fra le chiamate preoccupate al 112 da parte dei residenti.
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Anche nei boschi di Cantello (es. via Viggiù), dove i cittadini sono soliti a passeggiare con le famiglie, con cani o ad allenarsi, si ripete la stessa ed identica situazione. Le forze dell’ordine rispondono con assoluta impotenza, ed i cittadini sono ormai rassegnati a lasciare queste zone a loschi individui impuniti.
Ovunque è così. Grazie alle numerose “risorse” approdate in questo paese che a detta di qualcuno avrebbero dovuto pagarci la pensione.
Occorre risvegliare la coscienza delle persone ed occorre che le forze dell’ordine incomincino seriamente ad attuare una politica di controllo del territorio a costo anche di coinvolgere l’esercito per pattugliare i boschi.
L’Italia sta diventando un misto tra Sudamerica e Nord Africa grazie anche ad un menefreghismo ed individualismo senza eguali.