Uno su mille ce la fa. Io vi spiego il perché

L’executive business coach Roberto Ceré ha parlato agli studenti della Liuc. il successo di un imprenditore, manager o consulente che sia «arriva sempre da lontano e richiede molto tempo che va messo a budget»

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La colonna sonora ideale per il seminario tenuto alla Liuc da Roberto Ceré, business coach di successo ( è l’autore di « se vuoi Puoi ») ed ex studente dell’ateneo di Castellanza, sarebbe stata una famosa canzone di Gianni Morandi intitolata “Uno su mille”. Il ritornello di quella canzone fa così: «Uno su mille ce la fa, ma quanto è dura la salita/in gioco c’è la vita». Parole che milioni di persone avranno canticchiato, senza dargli troppo peso, sotto la doccia o in macchina mentre erano imbottigliati in mezzo al traffico.
Il discorso fatto da Ceré in un’aula Bussolati gremita di studenti del corso di laurea magistrale, è partito proprio da quella semplice verità: il successo di un imprenditore, manager o consulente che sia «arriva sempre da lontano e richiede molto tempo che va messo a budget».

IL TEMPO E LA FORTUNA

Il tempo è dunque una variabile fondamentale per disegnare il proprio futuro. È un investimento importante, a condizione però di esserne consapevoli. È vero che gli antichi dicevano che la fortuna aiuta gli audaci, ma il caso non c’entra nulla con il successo nella vita. Sono pazienza, disciplina e lungimiranza a fare la differenza, qualità che devono coesistere e che hanno solo in pochissimi.

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da sinistra Roberto Ceré e il rettore della Liuc Federico Visconti

Ceré è stato alla Liuc per parlare ai futuri manager, che andranno comandare, agli aspiranti consulenti, che dopo aver capito ciò che hanno studiato dispenseranno consigli a i loro clienti, ai potenziali imprenditori, che dovranno proporre al mercato nuovi prodotti e servizi. «È normale che si inizi con il gestire le cose – ha spiegato il coach – ma ciò che dà gusto all’esistenza è il creare. L’ostacolo maggiore è la resistenza al cambiamento tipica dell’individuo. Ma voi studenti universitari affrontando oltre venti esami siete ben allenati a cambiare. Si arriva qui che non si capisce quello che si legge e si esce che si è capito quasi tutto».

LA SVOLTA DEL DIGITALE

Un coach è ancora più credibile quando parte dal proprio vissuto e la storia di Ceré, che a 52 anni può dire di essere un uomo di successo, è un caso di studio perfetto. Origini familiari modeste, vita vissuta nelle case popolari di Milano, quattro anni passati dopo il diploma di geometra a fare il muratore nei cantieri e la decisione di iscriversi all’università a 24 anni per cambiare vita e prospettiva. La svolta arriva dopo aver fatto l’esperienza di manager per grandi società di consulenza, ovvero quando padroneggiava a tal punto la materia da poter proporre i suoi corsi di formazione sul web. «Fu uno choc per me e la mia famiglia – ha raccontato Ceré – il digitale mi aveva aperto una nuova possibilità per vendere nel mondo contenuti a pagamento e alla fine del mese arrivavano sul conto tanti soldi. D’altronde si lavora per imparare molto, per divertirsi molto e anche per guadagnare molto».

FATE PENSIERI POSITIVI

I pensieri stimolano i comportamenti ed è molto importante aver voglia di vincere perché «uno stato negativo uccide la creatività». Secondo Ceré, dobbiamo sapere che ogni decisione viene presa sempre sulla base di un set di valori ben precisi che scegliamo fin dalla giovane età. Non si dovrebbe invece mai agire in base all’istinto e tantomeno mentire a se stessi.
 È solo scegliendo consapevolmente che si rimette in moto l’ascensore sociale.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 20 Settembre 2022
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