Agente condannato per l’arresto nel sottopasso di Varese, il sindacato di polizia protesta
È di un anno e sette mesi la condanna arrivata in primo grado per un sovrintendente Capo della Polfer che da solo, tre anni fa, arrestò un pluripregiudicato clandestino
È di un anno e sette mesi la condanna arrivata in primo grado per un sovrintendente Capo della Polfer che da solo, tre anni fa, arrestò un pluripregiudicato clandestino armato di due coltelli in pieno centro città a Varese, nel sottopassaggio delle stazioni.
Quel giorno di gennaio del 2020, però, secondo la Procura di Varese l’agente avrebbe agito nel frangente dell’ammanettamento in maniera non corretta, e per questo era finito a processo per abuso di autorità (da cui però è stato prosciolto) e lesioni personali, falso e calunnia. Ora è arrivata la condanna verso la quale si annuncia un ricorso in appello.
Una decisione che ha fatto scattare la reazione del Siulp, il sindacato di polizia, che per voce del segretario Paolo Macchi protesta: “Abbiamo un’infinita fiducia nella giustizia e siamo certi che i prossimi gradi di giudizio chiariranno questo immenso equivoco ma cercate di capire lo stato d’animo di un poliziotto, di uno che cercando di fare al meglio il proprio lavoro prende una condanna, spende parecchie migliaia di euro per giustificare un comportamento operativo e si dovrà scontrare con l’ulteriore processo disciplinare previsto dal nostro regolamento interno e cercate di capire la preoccupazione e lo svilimento di quanti ogni giorno operano sulle nostre strade e città, pensate a quante volte rifletteranno prima di estrarre il taser o la pistola ed a farne le spese di questa paura saranno prevalentemente i cittadini, i tantissimi che invece ci fanno sentire il loro appoggio sui nostri canali ed ogni volta che li incontriamo nelle piazze”.
“Pur rispettando sempre le sentenze dei giudici, la condanna del poliziotto accusato di essere stato ‘troppo duro’ nell’affrontare uno straniero ubriaco armato di coltello lascia molto perplessi e pone diversi interrogativi sulle tutele per le forze dell’ordine che compiono il proprio dovere al servizio della comunità”. Commenta così Stefano Clerici, consigliere comunale di Varese Ideale, la condanna a un anno e sette mesi di reclusione comminata a un agente della Polizia di Stato per aver utilizzato eccessiva violenza nell’ammanettare un cittadino marocchino che girava armato di due coltelli nel sottopasso di via Morosini il 9 gennaio 2020.
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