Al Sasso di Finero il ricordo di Alfredo Di Dio e della battaglia del 1944
Partecipazione da Ossola e Alto Milanese alla commemorazione del giovane ufficiale che guidava i patrioti "fazzoletti azzurri" e che fu ucciso dai tedeschi. 78 anni dopo, l'Europa fa ancora i conti con invasioni e guerra

«Il comandante Di Dio è a terra! Il comandante è a terra!». Nella gola del Sasso di Finero, alla sommità della Val Cannobina, rivive il ricordo di Alfredo Di Dio, giovane ed eroico comandante della Divisione Valtoce, caduto in combattimento, sotto il fuoco delle mitragliatrici della SS Polizei mentre difendeva la zona libera creata in Ossola dai partigiani.
Come ogni anno – salvo nel 2020 dell’emergenza Covid – il ricordo della battaglia alla galleria del Sasso di Finero ha portato in Val Cannobina persone da tante zone diverse: da Ornavasso, da Domo, ma anche da Busto Arsizio e dall’Alto Milanese, zona da cui partirono tanti che si arruolarono nella formazione partigiana comandata dal tenente Di Dio.
Fazzoletti tricolori dell’Anpi e fazzoletti azzurri della FIVL, i partigiani cattolici e moderati che sono i primi custodi della figura di Di Dio. E poi tante fasce tricolori dei sindaci o i gonfaloni in rappresentanza dei vari Comuni: di Val Cannobina, di Malesco, ma anche di Inveruno nel Milanese, di Busto Arsizio, oltre al vicepresidente della Provincia Luigi Spadoni.
Quest’anno la commemorazione – organizzata dall’assessore alla cultura della Comunità montana Alberto Bergamaschi – è stata animata in modo diverso: a fianco ai discorsi è stato lasciato spazio alle parole dei protagonisti di allora, grazie alle letture recitate di Cristina Barberis Negra e Roberto Galluccio, accompagnati da Massimo Lotito alla fisarmonica.
I diversi momenti della commemorazione hanno toccato prima Malesco, con l’omaggio ad Attilio Moneta, colonnello nominato comandante della Guardia Nazionale, caduto insieme a Di Dio.

Dopo il passaggio a Finero (nella foto di apertura, al monumento al partigiano) e alla gola teatro della battaglia del 1944, l’ultimo momento si è tenuto a Cursolo, con il ricordodi Di Dio studente, ad opera di Mauro Cavalli dell’Università di Pavia.

Memoria dei fatti di allora, ma anche richiami alla realtà di oggi, con l’Europa di nuovo in guerra, una invasione ai danni di una nazione sovrana, la ricerca di una difficile mediazione. Un richiamo arrivato da Margherita Zucchi, del Museo della Resistenza Ornavasso, secondo cui i patrioti di allora «erano capaci di andare a combattere ma anche di andare a trattativa quando era necessario», come accadde quando la mediazione con i nazifascisti consentì di liberare Domodossola. «Bisogna sapere che di fronte alle carneficine si deve avere la capacità di trattare. Anche oggi, di fronte a una carneficina, dobbiamo essere in grado di stabilire una trattativa».
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