Gallarate
A Gallarate Duemilalibri inizia con Ezra Pound e Marco Balzano
Gli appuntamenti del primo giorno di Duemilalibri al museo Maga
Il festival letterario Duemilalibri inizierà mercoledì 12 ottobre, dando inizio anche a un’era nuova del longevo appuntamento culturale della città di Gallarate: durerà fino a domenica 16 ottobre, gli appuntamenti sono tutti concentrati in un solo luogo – il museo Maga – e un “big” a sera.
Una svolta che punta a snellire il festival e a evitare eccessiva dispersione, fortemente voluta dall’amministrazione Cassani.
Si parte, quindi, con Marco Balzano e il romanzo La felicità ha tante facce (Feltrinelli): un incontro con lo scrittore che sul palco alternerà monologhi a momenti musicali a cura di Andrea Labanca partendo dal suo libro, uscito a settembre.
Si tratta del sesto romanzo dello scrittore milanese, dopo il successo di Resto qui del 2018 (il racconto della vita nell’Alto Adige durante il ventennio fascista e dell’italianizzazione forzata del territorio) e Quando tornerò del 2021 (la storia di una donna rumena, Daniela, che lascia la sua famiglia per andare a fare la badante a Milano).
Ma sempre mercoledì ci sarà una anteprima del festival con l’inaugurazione della mostra “A proposito di Ezra Pound”: in occasione dei cinquant’anni dalla scomparsa del poeta Ezra Pound, è stata organizzata una mostra fotografica a cura di Lorena Giuranna racconta il viaggio in Italia del poeta nel 1958 e l’incontro con Anna e Martino Oberto. Il catalogo è a cura di Angelo Crespi; la mostra sarà visitabile fino al 4 dicembre.
Dopo la reclusione nel manicomio criminale di Washington, dal 1945 al 1958, Pound approdò in Italia dove vi rimase fino alla sua morte (a Venezia, nel 1972), cambiando spesso città: abitò a Castel Fontana (nel comune di Tirolo), Rapallo, Zoagli, Roma e Venezia.
La trama
Felicità è una parola di cristallo, la più soggettiva del vocabolario. Cambia a seconda dei valori, delle condizioni di salute, delle idee, della fede, dell’età, del rapporto con il tempo e con la morte. Muta svariate volte nel corso della vita poiché a cambiare siamo prima di tutto noi con il nostro orizzonte di desiderio. Definirla, quindi, non è impresa da poco, ma può rivelarsi un’avventura avvincente. Il suo significato, infatti, apre mille strade e mille orizzonti. Per me è uno stato di estasi, per te un momento di inconsapevolezza. Il luogo dove si trasforma di più è proprio la lingua, con i suoi labirinti etimologici perché le parole contengono immagini originarie, miniere di storie e di misteri, che nei sotterranei della nostra mente agiscono e danno forma ai pensieri e alle emozioni di ogni giorno. Marco Balzano varca la soglia della felicità con le chiavi della lingua, o meglio di quattro.
Sono quelle in cui la civiltà occidentale affonda le sue radici: il greco e il latino della tradizione classica, l’ebraico di quella giudaico cristiana e infine l’inglese, lingua universale del nostro tempo. In ognuno di questi idiomi la parola felicità dischiude immagini e significati molto differenti che illuminano valori etici e morali, questioni politiche, atteggiamenti psicologici e, più genericamente, maniere di guardare alla vita e alla morte, al futuro e alla memoria, agli altri e a noi stessi. L’etimologia restituisce alle parole la loro complessità e, così facendo, ci mette in condizione di prenderci cura della lingua: per praticarla liberamente, evitarle il deterioramento a cui la sottopongono i social, la pubblicità o la propaganda, e proiettarla nel tempo. Capire da dove vengono e come sono arrivate a noi le parole ci mostra quanto influiscano sulla nostra vita e come ci plasmino. Al punto da poterci indicare nuovi modi di essere felici.