La protesta degli ambulanti di Sesto Calende: “Il mercato deve ritornare in centro”
Chiedono di poter rimanere in centro, accusano l'amministrazione di non aver comunicato abbastanza e non credono nell'efficacia del referendum
Gli ambulanti del mercato (quasi la totalità dei banchi) del mercoledì chiedono all’amministrazione comunale di poter rimanere in centro. In un comunicato stampa sottolineano la mancanza di comunicazione da parte del Comune e l’assenza di informazioni. «In questi anni di spostamento – scrivono gli ambulanti – l’amministrazione ha scelto di non comunicare con noi, non abbiamo mai capito realmente quali fossero le intenzioni sul futuro del mercato e del nostro lavoro, non abbiamo mai visto un progetto né tantomeno partecipato alla realizzazione di esso per la risistemazione del mercato, indipendentemente dalla sua collocazione. Ciò che più ci rammarica e ci lascia allibiti è il non aver mai avuto alcun tipo di informazione direttamente dagli organi comunali: ogni informazione inerente il futuro del mercato ci è giunta solamente da articoli di giornale o post sui social e così siamo venuti a conoscenza dell’imminente inizio di una consultazione popolare che deciderà il futuro della collocazione del mercato, senza il minimo coinvolgimento di noi operatori, diretti interessati, senza che nessuno ci abbia mai chiesto un parere, senza considerazione…».
PERSI GIÀ 40 BANCHI
È evidente che gli ambulanti del mercato di Sesto Calende con questo comunicato vogliano far sentire la loro voce e comunicare il loro punto di vista. «Reputiamo questo referendum poco credibile – continua il comunicato -non è stata data la possibilità a noi operatori di visionare i progetti per il futuro mercato, non sono stati esposti tutti i problemi presenti nelle due possibili dislocazioni, non sappiamo quanti banchi effettivamente possano essere interessati ad un mercato in viale Lombardia… sappiamo solo che in due anni di spostamento abbiamo perso più di 40 banchi. Senza tutte queste informazioni come si può pensare che la cittadinanza possa prendere una decisione ragionata?».
LA NUOVA AREA HA PROBLEMI
La nuova area, secondo i commercianti, avrebbe dei problemi. Pertanto nel caso dovesse diventare la sede definitiva, dovrebbero essere risolti con i soldi del Comune e le norme rispettate. L’elenco è corposo: mancanza di servizi igienici adeguati (assenza di wc per disabili, mancanza di riscaldamento, due turche disponibili per l’intero mercato per operatori e clienti), mancanza di colonnine a norma per corrente e acqua presenza nell’area mercato di strettoie ed ostacoli che rendono difficile il regolare transito dei mezzi, delle persone e dei mezzi di soccorso (più che in centro) difficolta di accesso alle strutture sportive (piscina e capo sportivo) soprattutto nei mesi estivi. Questi sono solamente alcuni degli aspetti che dovranno necessariamente essere affrontati per consentire un regolare svolgimento del mercato.
IL PRATONE DI VIALE LOMBARDIA
«Non possiamo però non sottolineare anche le conseguenze sul lato umano di uno spostamento definitivo – scrivono gli ambulanti– nell’area decentrata: il mercato in questo luogo ha perso proprio la parte di socialità, si viene un salto si compra e poi si scappa, d’altronde la zona di viale Lombardia non è di certo una zona con attrattive commerciali o turistiche, è semplicemente un pratone, gelido in inverno e caldo in estate; abbiamo perso molti clienti dei paesi limitrofi, che venivano in barca o a “farsi un giro solo per un caffè”, quelli che venivano per poi andare a fare altre commissioni, insomma, per noi ora è “solo” lavoro (molto calato) non è più fare “mercato”. Tutto questo rappresenta per noi un danno non solo economico, con lo spostamento e la scelta di rimettere la decisione ad un referendum, le nostre licenze – alcune anche storiche – non varranno più nulla, l’appetibilità del mercato di Sesto in questi due anni è calata drasticamente e questo ha portato e porterà ad un inesorabile crollo delle presenze dei banchi che cercheranno alternative più vantaggiose. A ciò si aggiunga il danno morale, la sensazione che per questa amministrazione il mercato sia solo un problema, un ingombro da confinare in un luogo isolato dove non arrecare disagio, mentre invece noi sappiamo che con la giusta collaborazione il mercato può tornare ad essere una calamita per il turismo e un motivo di festa per il paese intero. Tornando infatti a parlare di referendum, tra le varie lacune di esso, vi è anche la mancanza (vogliamo credere non voluta) di trasparenza su come il mercato possa ritornare in centro; alla luce delle numerose perdite di banchi il mercato è passato dai 120 banchi del centro ai circa 80 di oggi e questo consentirebbe di risistemare il mercato in centro garantendo la giusta sicurezza e il necessario distanziamento, collocando i banchi di viale Italia su un’unica fila e, osiamo dire, con la giusta collaborazione il mercato potrebbe anche convivere con i dehors.
UN REFERENDUM POCO TRASPARENTE
Insomma, crediamo che se l’Amministrazione avesse voluto, si sarebbero potute trovare insieme delle soluzioni che accontentassero tutti, invece si è scelto di ignorarci e mascherarsi dietro un referendum poco trasparente e che, probabilmente (visto anche l’astensionismo delle politiche), porterà al voto solo chi ha interessi personali nello spostamento del mercato. Crediamo che poco sia stato fatto per la tutela del mercato, crediamo ci sia da sempre stata poca comunicazione e trasparenza, per questo abbiamo deciso di uscire con questo comunicato (duro ma sincero) proprio a ridosso dell’inizio del referendum. Noi da sempre ci siamo resi disponibili ad un confronto che ci è sempre stato negato; ora chiediamo, a ridosso della consultazione, proprio un confronto pubblico con l’amministrazione, con le sigle sindacali e con chi in generale ha deciso di percorrere la via del referendum».
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