Dopo l’incendio alla stalla di Leggiuno intervengono gli animalisti: “Siamo estranei ai fatti”
In una nota di “Centro stalli“ l'associazione si dissocia da quanto avvenuto nel paese sul Lago Maggiore: “Avevamo iniziato un percorso nelle sedi giudiziarie competenti"
![A fuoco una stalla a Leggiuno](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2022/10/a-fuoco-una-stalla-a-leggiuno-1341912.610x431.jpg)
«Con riferimento all’articolo online pubblicato da Varesenews, in data 8 ottobre, dal titolo ‘Brucia la stalla della discordia a Leggiuno, i carabinieri indagano’, l’Associazione ODV Centro Stalli – un riparo per gli animali salvati è venuta a conoscenza di quanto accaduto successivamente al proprio intervento, quando erano state coinvolte le Autorità tramite una denuncia. Nell’articolo si insinua che animalisti piemontesi possano aver procurato l’incendio di una “stalla” abusiva dove era stato precedentemente alloggiato un bovino e proprio in merito al fatto accaduto l’Associazione animalista vuole sottolineare la propria estraneità».
A scrivere alla redazione di Varesenews – è Jessica Blandi, presidente dell’associazione “Centro stalli“, un riparo per gli animali salvati Odv. Il comunicato «è stato pubblicato anche sulla nostra pagina facebook per chiarire la nostra posizione e dissociarci da quanto accaduto a Leggiuno nei giorni scorsi. Questo anche in risposta all’articolo a riguardo. Presso la nostra sede accudiamo circa 150 animali recuperati da situazioni di abbandoni e maltrattamento, non possiamo permetterci di essere coinvolti in questa dinamica per la tutela dei nostri ospiti».
La nota continua a specificare che «da più di un anno, la Presidente dell’Associazione e altri volontari, avevano denunciato le scarse condizioni igienico sanitarie» della struttura di Leggiuno. Secondo l’associazione animalista «il fatto era già noto alla stampa e a compiere il presunto atto doloso potrebbe essere stato chiunque; la Presidente dell’Associazione e la ragazza testimone della denuncia, che nel frattempo hanno ricevuto alcune telefonate intimidatorie, provvederanno a sporgere querela all’Autorità Giudiziaria. In conclusione, l’Associazione ribadisce che, nel tentativo di salvare la mucca, aveva iniziato un percorso nelle sedi giudiziarie competente e si dissocia quindi fortemente da azioni di questo tipo».
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