Medici a contratto in corsia: il sindacato Anaao teme la destrutturazione della professione

Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici commenta il fenomeno dei “medici a gettone” negli ospedali  in un’intervista rilasciata a Today.it

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Il futuro della sanità è sempre più orientato verso un modello semi-privatistico delle cure: “Un modello anticostituzionale” secondo Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici Anaao Assomed che commenta il fenomeno dei “medici a gettone” negli ospedali  in un’intervista rilasciata a Today.it. Il rischio è quello di perdere qualità e professionalità nelle cure.

La situazione attuale negli ospedali pubblici è critica. Sabato 29 ottobre e Roma è prevista una grande manifestazione organizzata dalle sigle sindacali del comparto, a iniziare dai confederali Cgil, Cil e Uil uniti a Fials e Nursid. Anche la principale rappresentanza dei medici ospedalieri Anaao Assomed da tempo denuncia condizioni di lavoro peggiorative che stanno facendo fuggire i medici dai reparti. 

Nell’articolo riportato da Anaao Assomed si affronta nel dettaglio la figura del “medico a gettone” individuando i rischi collegati alla diffusione del suo impiego.

Chi sono i medici a gettone e quanto guadagnano
La fuga dagli ospedali è quotidiana e un’indagine dello stesso sindacato Anaao aveva messo in luce questo delicato fenomeno. Così, per sostituire il personale mancante e non “interrompere un pubblico servizio” vietato dalla normativa, le aziende si affidano a cooperative che forniscono personale, spesso non specializzato. Indicativa la ricerca fatta tramite Facebook per coprire un turno di PS all’ospedale di Tradate due anni fa.
A rendere “interessanti” questi contratti sono i compensi: svincolati dal contratto nazionale e aziendale, offrono remunerazioni decisamente più elevate in grado, con turni limitati e decisi in modo flessibili, di superare di gran lunga lo stipendio dei colleghi assunti.  Questa diversità di trattamento spesso si riverbera sul lavoro in corsia: « 
L’utilizzo dei contratti a prestazione (i cosiddetti co.co.co.) –  spiega Di Silviero nell’intervista rilasciata a Today.it – rischia di dare vita ad una destrutturazione della professionalità, in termini di responsabilità, in termini di cura, gestione e presa in carico del paziente e in termini di rapporto interpersonale tra colleghi e medici. Questo gradualmente porta a una disgregazione di tutto quello strato professionale che costituisce la classe medico-ospedaliera. Ci sono poi problemi a livello di sicurezza e di presa in carico dei pazienti. Non per la professionalità del medico a gettone che io non metto in discussione, ma è proprio la definizione di presa in cura del paziente che viene messa in discussione e con essa tutto ciò che ne deriva. Problemi insorgono soprattutto nella diagnosi e nella terapia, considerando che a volte un paziente viene visto anche da 5 medici diversi».

Il fenomeno dei “medici a gettone” anche se utile per tamponare le emergenze, mette le aziende ospedaliera in difficoltà nella pianificazione dell’organizzazione. A contribuire al suo utilizzo ci sono da una parte la carenza di medici specializzati e dall’altro la complessità dell’iter burocratico dell’assunzione che allunga i tempi delle assunzioni e il tetto alla spesa per il personale imposto dalla legge. Una tempesta perfetta che sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario pubblico.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Ottobre 2022
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