A Milano imbrattato il grande murale dedicato ai perseguitati antifascisti
È una delle opere del quartiere Ortica, tra i ritratti anche quelli di due religiosi, del deportato Nedo Fiano, del legnanese Carlo Venegoni. Serafino Sorace, presidente di Ortica Memoria: "Gesto vile che offende la memoria di tutti noi"
È stato imbrattato, a Milano, nel quartiere Ortica, il murale dedicato agli antifascisti perseguitati durante il Ventennio. Una grande scritta a vernice nera a sfregio dei volti di donne e uomini che sono diventati il simbolo della lotta al fascismo. Tra questi anche Nedo Fiano, il padre di Emanuele Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz.
La gigantesca opera muraria, che si trova in via Tucidide a Milano, raffigura dieci uomini e donne perseguitati dal regime fascista: monsignor Giovanni Barbareschi (che fece passare decine di ebrei in Svizzera), Beata Suor Enrichetta Alfieri, Elena Rasera, Claudia Ruggerini, il militante legnanese Carlo Venegoni, il già citato Nedo Fiano (milanese d’adozione), Luigi Pestalozza, Thelma Hauss De Finetti, Carlo Bianchi, Mino Steiner morto a Ebensee.
L’opera è stata realizzata dal collettivo artistico Orticanoodles con il patrocinio del Comune di Milano e fa parte del progetto “Ortica Memoria”, l’iniziativa di arte partecipata dell’associazione OrMe – Ortica Memoria di Milano, che da anni promuove la realizzazione di murales sui temi della Memoria con il coinvolgimento di scuole, cittadini e associazioni.
«Apprendiamo con sgomento di questo gesto vile che offende la memoria delle donne e degli uomini che per la loro opposizione al fascismo scontarono anni di confino, di carcere o pagarono con la vita la loro lotta al regime» dice Serafino Sorace, Presidente dell’associazione OrMe – Ortica Memoria di Milano, che ha promosso la realizzazione dell’opera. «Purtroppo non è la prima volta che vengono prese di mira alcune nostre opere, che rappresentano con orgoglio i valori della solidarietà, della Resistenza e della Memoria. Ci preoccupa che gesti come questo vengano tollerati, se non addirittura avvallati da una certa componente politica che è troppo spesso ambigua sull’antifascismo. Continueremo a lavorare per salvaguardare la memoria storica e a stimolare la conoscenza anche nelle nuove generazioni. Non ci facciamo intimidire».
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