Il Ministro del Futuro
La rubrica settimanale "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane
Istruire è costruire
Il mondo dell’istruzione in Italia riguarda quasi 9 milioni di bambini e adolescenti, a cui si aggiunge 1 milione di adulti (tra docenti e personale). Un numero ragguardevole, pari a circa il 15% degli italiani. Sono 10 milioni di persone. Sono più della popolazione di interi Paesi come la Svizzera, l’Austria o la Danimarca.
“Istruzione” e “futuro”, come dicevamo la scorsa settimana, sono le principali motivazioni a spingere – soprattutto i liceali – ad alzarsi al mattino e venire a scuola. La parola istruzione deriva dal verbo latino “instruo”, che tra i suoi significati primari ha quelli di “organizzare” e “costruire”. Si ha a che fare con i giovani, cioè i cittadini e la società di domani; quindi la scuola – che è la casa dell’istruzione – è il luogo principale dove si “costruisce” il futuro, si preparano i piccoli cittadini ad entrare nella società civile degli adulti. Se quindi uniamo il dato numerico a quello linguistico, il Ministro dell’Istruzione ha un ruolo tra i più importanti e delicati. Almeno pari a quello dei più blasonati ministeri dell’Economia, degli Interni o degli Esteri. Proprio perché dal Ministero dell’Istruzione dipende il futuro di una nazione. Anzi, io lo rinominerei proprio Ministro del Futuro.
Il futuro Ministro del Futuro
Al futuro Ministro del Futuro chiedo di prendere in considerazione soprattutto due punti. Il primo: una questione tanto spinosa quanto imbarazzante. La retribuzione media degli insegnanti italiani è di circa 30mila euro lordi annui. Siamo distanti dai 35mila di uno spagnolo, dai 40mila di un irlandese…siamo addirittura alla metà dei 60mila di un tedesco. I costi della vita sono diversi, ma un adeguamento è necessario. A inizio carriera, una maestra italiana ha uno stipendio di 1.100 euro al mese, un professore delle superiori 1.400. Di per sé non sono bassi: il punto dolente sono gli scatti di carriera. In Italia sono basati pressoché solo sugli anni di anzianità, senza incentivo al merito o all’intraprendenza; e peraltro corrispondono a neanche 15€ al mese in più per ogni anno di servizio. Una cifra irrisoria, quasi umiliante. Infatti, dopo oltre 30 anni di insegnamento, un docente delle superiori arriva a malapena a 1.900 euro al mese.
Il secondo: una questione di decoro. L’edilizia scolastica spesso ha addirittura problemi di sicurezza, con plessi fatiscenti e pericolosi. Dobbiamo avere il coraggio di andare oltre. La messa in sicurezza dovrebbe essere ovvia: dobbiamo passare a un concetto di decoro. Il brutto abbruttisce gli animi; entrare in strutture funzionali e ben tenute, invece, ha un effetto benefico e motivante, sia per i professori che per gli alunni. Perché il bello è contagioso, perché il bello trasmette entusiasmo. Non vogliamo più sentire notizie di scuole senza carta igienica o pennarelli, o di genitori che si organizzano per aiutare a dipingere le aule al sabato pomeriggio. È indecente per chi insegna e per chi apprende. È irrispettoso nei confronti del patrimonio artistico e culturale dell’Italia. Caro Ministro del Futuro, lei avrà onori e oneri impegnativi. È chiamato a costruire il futuro dell’Italia insieme a 10 milioni di italiani!
Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof
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Il professore Introini è un tesoro importante per varese news, quando scrive è magia. un grandissimo “Complimenti” al Prof Introini