Il Partito Democratico riunito in assemblea a Varese cerca la sintesi tra congresso, alleanze, primarie e clima
Un appuntamento che arriva a quasi un mese dal voto e, soprattutto, dopo settimane di “analisi del voto”. Per una riflessione che parte dall’ammissione della sconfitta ma anche dalla consapevolezza una rete di militanti che ha pochi eguali sul territorio
Dal Parlamento alla Regione, dalla Provincia, al Consiglio comunale alla semplice militanza. Gli iscritti del Partito Democratico della provincia di Varese si sono riuniti in assemblea per la prima volta dal deludente esito elettorale del 25 settembre e, soprattutto, da quando il segretario nazionale Enrico Letta ha annunciato il nuovo congresso del partito.
Un appuntamento che arriva a quasi un mese dal voto e, soprattutto, dopo settimane di “analisi del voto”. Per una riflessione che parte dall’ammissione della sconfitta ma anche dalla consapevolezza una rete di militanti che ha pochi eguali sul territorio.
«Militanti che devono essere ascoltati in questo percorso congressuale – ha spiegato il segretario Pd Giovanni Corbo -. Siamo in un momento particolarmente complesso e la voce di chi si impegna sul territorio deve essere centrale nei ragionamenti del partito».
«Una riflessione che riconosca che questo è il momento del coraggio e della chiarezza – ha spiegato il consigliere regionale Samuele Astuti già proiettato alla sfida che da qui a pochi mesi attende palazzo Lombardia -. Dobbiamo presentarci con una coalizione che sia la più ampia possibile e il percorso giusto può essere quello delle primarie».
Non vuol sentir parlare di alleanza in questa fase un militante impegnato come Angelo Ruggeri, ex segretario della sezione di Somma Lombardo che sottolinea: «in questa fase è fondamentale la consapevolezza che dobbiamo partire da noi. Parlare di alleanze è prematuro. Siamo noi che dobbiamo decidere chi essere e come rapportarci con la società italiana che sta cambiando».
Tra il pubblico tanti i segretari di sezione che hanno riportato la sfida e le difficoltà del lavoro sul territorio, come Giorgio Ferri, impegnato a Luino: «L’’identità di partito va ricostruita non sulle parole ma sulla base di quel che il partito fa. A Luino siamo 22 iscritti su una città di 14mila abitanti, questo fa capire come la strada da percorrere sia lunga. Tra le tante cose da affrontare penso che il clima possa sicuramente essere un tema sul quale costruire un’identità, anche perché è quello che oggi più di tutti tocca le coscienze dei più giovani e delle nuove generazioni».
Lo ribadisce la consigliera provinciale Cecilia Carangi che proprio sul clima chiede l’impegno del partito: «parliamo con i giovani. Parliamo dei loro problemi, come quello sulle tematiche ambientali comprendendo l’importanza di una politica che possa garantire alle generazioni future lo stesso tenore di vita che abbiamo adesso ma con un impatto minore sull’ecosistema in cui viviamo».
Ma la struttura e l’impegno sul quale il Pd può contare è visto da tutti come una risorsa da non trascurare in questa fase: «Non dobbiamo dimenticare che comunque ripartiamo da un consenso solido e una base consolidata di amministratori e di circoli territoriali impegnati con continuità – chiosa il segretario cittadino di Varese Luca Carignola -. Abbiamo governato nel periodo più difficile della storia repubblicano e questo ci ha fatto percepire come lontani ma noi ci siamo, ci impegniamo da sempre e non dobbiamo dimenticarlo».
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