Ristorni frontalieri: per il 2021 la Svizzera ha versato all’Italia 97 milioni di franchi
La cifra è stata comunicata questa mattina durante la riunione annuale tra le delegazioni italiana e svizzera in applicazione dell'accordo sull'impostazione dei lavoratori frontalieri, che si è svolta a Varese. Francesca Brianza: "Frontalieri e ristorni, risorse fondamentali"
Ammonta a 97 milioni e 280mila franchi l’importo dei ristorni per i frontalieri che la Confederazione elvetica ha versato all’Italia per il 2021. La cifra è stata comunicata nel corso dell’annuale riunione italo-svizzera in applicazione dell’accordo sull’impostazione dei lavoratori frontalieri che si è svolta questa mattina nella sede della Provincia di Varese.
Le due delegazioni, guidate da un rappresentante del ministero dell’economia e delle finanze per l’Italia e da un membro del dipartimento delle Finanze di Berna per la parte svizzera, sono state accolte a Villa Recalcati dalla vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Francesca Brianza che a margine dei lavori ha espresso soddisfazione per l’incontro tra i due Paesi.
«Ho voluto fortemente che questo incontro avvenisse a Varese, dove i frontalieri sono così numerosi e importanti per l’economia del territorio e per le finanze degli enti locali – spiega Francesca Brianza – Nella riunione si è parlato anche delle problematiche dei Comuni relativamente al caro energia e di come l’utilizzo dei ristorni, per la parte corrente della spesa, abbia aiutato le varie amministrazioni a fronteggiare questo grave periodo di difficoltà. Un altro tema emerso riguarda la normativa sul telelavoro, strumento molto utilizzato dai frontalieri specialmente a partire dalla pandemia».
La Delegazione svizzera ha inoltre, fornito i dati statistici relativi al numero dei frontalieri italiani che operano nei Cantoni interessati dall’accordo, pari a 71.185. Nel 2020 i frontalieri lombardi erano 58.992
«I frontalieri e i ristori rimangono una risorsa fondamentale per i nostri territori – aggiunge la vicepresidente del Consiglio regionale – e rappresentano una realtà da tutelare e alla quale continuare a dedicare la massima attenzione».
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