Semplici esami che salvano la vita: l’importanza della “prevenzione secondaria”
Nella sala conferenze di IFC UnipolSai in piazza Monte Grappa, la dottoressa Mussi, medico del Gruppo Beccaria, ha spiegato quali esami eseguire e perché. Un successo il primo incontro per promuovere la cultura del benessere. In programma altre 3 conferenze

I corretti stili di vita e l’alimentazione equilibrata sono alla base, ma una serie di controlli generali possono salvarci la vita. È quanto ha spiegato la dottoressa Lara Mussi, medico di medicina generale del Gruppo Beccaria, intervenendo al primo di una serie di incontri dedicati alla salute promossi da IFC UnipolSai nel suo nuovissimo accogliente Hub, spazio conferenze in centro a Varese, in piazza Monte Grappa 12.
Una conferenza a inviti, in cui si è affrontato in modo generale, la “prevenzione secondaria”, cioè l’insieme di esami e screening a cui sottoporsi per avere sotto controllo il proprio stato di salute.
La dottoressa Mussi ha sottolineato perché sono importanti i controlli generali: «Sono strumenti determinanti per la diagnosi precoce che permette, nella gran parte di casi, di affrontare la malattia e ottenere la guarigione».
Nell’elenco sono state indicate le tre campagne di screening promosse dal servizio sanitario nazionale: pap test ogni tre anni, per le donne tra i 25 e i 29 anni mentre per chi ha tra i 30 e i 65 anni si effettua l’HPV DNA test ogni 5 anni; la mammografia ogni due anni per il target femminile tra i 45 e i 74 anni; infine la ricerca del sangue occulto per tutta la popolazione,, maschile e femminile, tra i 50 e i 74 anni che si propone ogni due anni.
Questi controlli, dal valore indiscusso perché realmente possono individuare una patologia precocemente, vengono effettuati, però, in modo poco costante: spesso non si riceve l’invito o i tempi si dilatano oltre i termini indicati. La situazione è andata peggiorando, inoltre, nei due anni di pandemia.
Mentre per il tumore della cervice uterina la campagna di vaccinazione, in atto dal 2014 sulle bambini ( e sui bambini) dagli 11 anni, ha di fatto azzerato l’insorgenza della patologia tumorale, i controlli senologici sono fondamentali per ottenere una diagnosi precoce che oggi, è garanzia al 90% di guarigione: « Gli screening, però – ha rilevato la dottoressa Mussi – vengono offerti a un target di donne di età superiore ai 45 anni, mentre oggi sappiamo che il tumore si presenta sempre più spesso anche tra donne giovani, dove assume caratteristiche aggressive. Tra i 25 e i 44 anni la patologia tumorale del seno è aumentata del 29% e una donna su 9 in Italia si ammala di tumore al seno».

Importante è anche lo screening per la ricerca del sangue occulto che permette un intervento risolutivo quando il polipo, già sanguinante, è ancora benigno. Anche in questo caso, il target di età avanzato ( dai 50 anni) non copre una fetta di popolazione che sarebbe più appropriato studiare: « A volte queste campagne sono ispirate più da dati economici che scientifici veri e propri» ha commentato il medico
Il tema emerso è che, se da una parte una visita dal proprio medico di medicina generale e una serie di esami diagnostici ci garantirebbero una salute migliore, dall’altro le sofferenze del sistema sanitario nazionale mettono a rischio il modello virtuoso : « Anche un semplice prelievo del sangue potrebbe rivelare molte informazioni utili e preziose sul nostro stato di salute – ha sottolineato la dottoressa Mussi – così come un elettrocardiogramma. Esami semplici, poco invasivi che, però, non sempre vengono prescritti con regolarità. Come, ad esempio, il PSA per gli uomini, un indicatore prezioso per individuare precocemente le patologie tumorali della prostata».
In Italia, il servizio sanitario è impostato in modo “paternalistico” perché il welfare sociale è uno dei pilastri del nostro stato, assicurato dalla stessa Costituzione. La transizione verso un modello misto pubblico privato, però, è ormai in atto anche a causa dell’insufficiente risposta del pubblico con tempi d’attesa a volte davvero biblici per un appuntamento. Secondo lo studio presentato dai consulenti UnipolSai entro il 2025 il sistema sanitario avrà bisogno tra i 20 e i 30 miliardi di euro aggiuntivi per finanziare i nuovi bisogni di cura degli italiani mentre si stima che ciascuno dovrà sostenere la spesa di oltre 900 euro per garantirsi tutte le prestazioni necessarie per la tutela della propria salute.

Attento e interessato il pubblico presente nella sala conferenze. Il prossimo appuntamento sarà il 17 ottobre e avrà il medesimo programma dalle 18.30 con l’accoglienza e dalle 19.00 con l’intervento dello specialista professor Serati che approfondirà il tema della prevenzione della donna.
Il 27 ottobre, invece, la Dottoressa Cataldo affronterà il tema della prevenzione cardiovascolare mentre l’ultimo appuntamento, che sarà il 10 novembre, verrà fatto un approfondimento su “prevenzione e nutrizione “ con il dottor Calegari.
Agli eventi è possibile iscriversi, fino a esaurimento di posti, inviando una email a eventi.ifc@gmail.com
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