Un esposto alla Corte dei Conti contro la ferrovia Gallarate-Malpensa
È stato presentato da Comitato Salviamo la Brughiera, Legambiente Gallarate, circolo Acli di Casorate Sempione e Unicomal. Contestano il costo ambientale ma anche la sostenibilità dell'opera dal punto di vista economico e funzionale
Un esposto alla Corte dei Conti, per presunto danno erariale legato al cantiere – ormai avviato – della ferrovia Gallarate-Malpensa T2.
L’hanno presentato insieme Comitato Salviamo la Brughiera, Legambiente Gallarate, circolo Acli di Casorate Sempione e infine lo storico Unicomal: «Gli scriventi chiedono all’Autorità Contabile in indirizzo di accertare se sia individuabile un imprudente affidamento dei lavori in un contesto di insufficiente e/o non aggiornato quadro di valutazione dei costi e dei benefici, con conseguente danno erariale, da evitarsi mediante azione sospensiva».
Dalla fine di agosto l’opera è ormai decisamente alla fase di cantiere, con il taglio di ampie fasce di bosco nel luogo in cui passeranno i binari o comunque (là dove la ferrovia sarà sottoterra) insisteranno per almeno due anni i cantieri. Lo avevamo documentato nelle scorse settimane.
L’opera è stata a lungo contestata, anche con ricorso al Tar, respinto. Si faceva riferimento al danno ambientale, ad aspetti procedurali, ma ora viene richiamata anche un’altra dimensione: «Oltre al devastante impatto ambientale e paesaggistico e alla dubbia valenza strategica di qualche minuto in meno per raggiungere l’aeroporto è anche lo scenario economico che dovrebbe suggerire prudenza nell’avviare l’opera» dicono i promotori della segnalazione alla Corte dei Conti.
A cosa ci si riferisce? Al «mancato approfondimento degli scenari costi-benefici realizzati dal Politecnico di Milano nel quale emergevano alternative concretamente possibili, come il completamento del raccordo Y a Busto Arsizio, che risultavano nettamente molto più economiche (oltre che meno impattanti), evidenzia un approccio “poco attento” ad ottimizzare gli investimenti delle risorse pubbliche».
Lo stesso studio segnalava che l’opera rischiava di non essere utile e sostenibile nel caso non fosse stata potenziata la ferrovia Gallarate-Malpensa, con terzo/quarto binario: senza almeno un binario in più sarebbe complicato inserire le corse dei Malpensa Express, che – come tutti i servizi aeroportuali – devono anche avere una frequenza di passaggio elevata.
Ora: la ferrovia Gallarate-T2 parte, ma parte prima che ci sia certezza di portare a compimento il potenziamento della Gallarate-Milano. Per questo i promotori contestano dunque «l’avvio dei lavori a prescindere dalla condizione economica e funzionale minima indispensabile».
Scavi e alberi tagliati, il cantiere della ferrovia Gallarate-Malpensa è partito davvero
Questo è lo scenario trasportistico, in effetti ancora con diverse incognite finché non ci sarà il terzo binario. Poi i promotori – prevalentemente ambientalisti – sottolineano anche l’aspetto appunto ambientale: «L’analisi costi benefici si è limitata agli aspetti economici e trasportistici, mentre il danno ambientale alla collettività, non valutato, è certo».
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