A 40 anni dalla scoperta dell’Aids calano i contagi anche in provincia di Varese

Paolo Grossi: “I dati in diminuzione non devono portare ad un abbassamento della soglia di attenzione sull’HIV. Fondamentali restano prevenzione e diagnosi precoce". Claudio Tosetto riferisce i dati tratti dal progetto Selfie

HIV generica

Sono ormai passati oltre 40 anni dalla scoperta dei primi casi di AIDS agli albori degli anni ‘80.

La Giornata Mondiale per la lotta contro l’AIDS (Acquired Immune Deficiency Sindrome), negli anni, ha contribuito ad informare e sensibilizzare la popolazione sul tema ma soprattutto ad invitare le persone che abbiano avuto comportamenti potenzialmente a rischio ad effettuare il test per la ricerca degli anticorpi anti-HIV (Human Immunodeficiency Virus), il virus che è causa dell’AIDS e che è ancora diffuso e presente. I rapporti sessuali non protetti sono la prima causa di trasmissione.

L’HIV si può diagnosticare tempestivamente con il test e, sebbene non esista una cura che consenta la guarigione dall’infezione, ci sono terapie efficaci in grado di tenerla sotto controllo. Infatti, le persone con HIV che aderiscono scrupolosamente alla terapia possono vivere una vita normale.

Dal Rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità emerge che negli ultimi 10 anni il numero delle nuove diagnosi di positività al virus è in costante diminuzione, con dati ancora più incoraggianti a partire dal 2018.

Nel 2021, in Italia sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da HIV con un’incidenza di 3,0 nuove diagnosi ogni 100 mila residenti, collocando la nostra Nazione al settimo posto tra i paesi dell’Europa occidentale con le incidenze più basse, mentre nella Provincia di Varese il dato di incidenza per il 2021 si attesta allo 0,7.  

Tuttavia, occorre tenere la guardia alta in quanto i dati relativi all’anno 2021 evidenziano anche un preoccupante aumento delle diagnosi tardive, circa 8 su 10, avvenute quando ormai si è ad uno stadio avanzato dell’infezione HIV, o addirittura, quando sono ormai comparsi i primi sintomi dell’AIDS.

A scoprire di essere positivi all’infezione, a causa di rapporti sessuali non potetti, sono persone sempre più giovani, in particolare maschi che fanno sesso con maschi (MSM), oltre che maschi e femmine eterosessuali.

Il dottor Claudio Tosetto Dirigente Medico del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze di ASST Sette Laghi e Responsabile del Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze (SerD) riferisce che: «Il rischio oggi si colloca nella stragrande maggioranza prevalentemente nell’ambito dei rapporti etero sessuali, soprattutto se occasionali e al riguardo si sottolinea, come emerso dalla ricerca Selfie fatta dal SerD nelle scuole secondarie di secondo grado, la notevole disattenzione degli adolescenti e dei giovani verso abitudini protettive rispetto alle Infezioni sessualmente trasmesse e l’infezione da HIV».

Il professor Paolo Grossi, Direttore della Struttura di Malattie Infettive e Tropicali dell’ASST Sette Laghi, professore ordinario di malattie infettive dell’Università dell’Insubria e membro del Consiglio Superiore di Sanità, sottolinea che: «I dati in diminuzione relativi alle nuove diagnosi e l’efficacia delle terapie non devono però tradursi in un abbassamento della soglia di attenzione sull’HIV, ancora molto diffuso anche in Italia. Ricordo l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce attraverso l’esecuzione del test HIV. È costante il ricovero di pazienti con fasi avanzate della malattia che, pur avendo comportamenti sessuali a rischio, non si sottopongono al test. Presso l’ASST Sette Laghi esiste un ambulatorio dedicato dove chiunque, previo appuntamento telefonico, può fare il test in modo anonimo e gratuito».

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Pubblicato il 30 Novembre 2022
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