Assistenza alle persone con paralisi in Lombardia, accordo bipartisan in commissione sanità
Il provvedimento, realizzato da un gruppo di lavoro trasversale, è stato approvato dalla commissione sanità ed è inserito tra gli argomenti in discussione nella seduta di Consiglio regionale di martedì 29 novembre
Approvato all’unanimità in Commissione Sanità il progetto di legge per sviluppare l’assistenza alle persone con paralisi, traumatica e non traumatica. Il testo, elaborato dal gruppo di lavoro bipartisan coordinato dal Vice Presidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti (PD) e condiviso con l’Ufficio legislativo del Consiglio e con le Direzioni Generali Bilancio e Welfare, è stato illustrato dalla Presidente della Commissione Affari istituzionali Alessandra Cappellari (Lega): «E’ una proposta di legge molto importante – ha dichiarato la Presidente Cappellari – che riguarda la definizione e il funzionamento delle unità spinali e la relativa rete territoriale del servizio, con riferimento alle principali norme e indicazioni nazionali su percorsi di cura e riabilitazione delle persone con lesione al midollo spinale. Siamo molto soddisfatti del percorso che ha fatto questa proposta di legge, non solo per l’importanza dell’argomento, ma anche perché vi è stata notevole condivisione da parte di tutti i Consiglieri che hanno svolto approfondimenti specifici in un apposito gruppo di lavoro. E’ una legge che aspettavamo da tempo e di cui io sono molto orgogliosa di essere la relatrice».
Il documento, 16 articoli, definisce le Unità spinali come “struttura complessa di alta specialità riabilitativa, finalizzata ad affrontare e soddisfare i bisogni clinici, terapeutici-riabilitativi e psicologico-sociali delle persone con lesione midollare, traumatica e non traumatica”.
Il progetto di legge prevede che l’unità spinale sia collocata presso un ospedale sede di DEA di II° livello, riconoscendo i reparti dedicati già attivi all’ospedale “Niguarda” di Milano, al “Morelli” di Sondalo (SO) e presso il presidio di Mozzo del “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo, che ospitano attualmente 74 posti letto.
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale definisce, secondo il fabbisogno regionale, l’incremento di dotazione complessiva di risorse e posti letto delle Unità Spinali lombarde. Oltre ai criteri di appropriatezza, il testo definisce anche la presa in carico unitaria, finalizzata al recupero della massima autonomia compatibile con il livello di lesione e con la situazione clinica generale, con il coinvolgimento di professionisti dell’area sanitaria e psicologica, oltre a un gruppo multidisciplinare di medici costituito da fisiatri, anestesisti, neurofisiologi, neurologi, urologi, andrologi, ginecologi, infermieri, fisioterapisti, anche con formazione in fisioterapia respiratoria, terapisti occupazionali, chinesiologi, logopedisti con competenza nella disfagia, assistenti sociali, psicologi, nonché ulteriori figure professionali, necessarie per assicurare una adeguata presa in carico che deve affrontare aspetti clinico-diagnostici, funzionali, psicosociali. Un’assistenza che deve gestire il recupero, ove possibile, di molte funzioni: neurologica, cognitiva e psico-affettiva, complicanze muscolo scheletriche, ma anche aspetti riguardanti l’attività sessuale, la fertilità e il supporto alla gravidanza. Un articolo apposito riguarda anche la presa in carico di pazienti in età pediatrica.
In particolare il testo punta a creare, entro dodici mesi, “la Rete fra Unità Spinali e Strutture riabilitative del Territorio (RUST)”, individuando modelli di percorso assistenziale e presidi del territorio per garantire i servizi necessari alla persona con lesione al midollo spinale, anche in seguito alle dimissioni ospedaliere. Piena cittadinanza viene riconosciuta alle associazioni di utenti e familiari, che possono collaborare sia per la cura e riabilitazione sia per gli aspetti socializzanti, ricreativi e di inclusione sociale e lavorativa.
Soddisfazione per l’approvazione del testo è stata espressa dal Vice Presidente del Consiglio Carlo Borghetti, che ha ricordato come «l’origine di questo progetto di legge vada trovata nella visita che la Commissione fece prime della pandemia all’Unità spinale del Niguarda. Da allora, il testo si è sicuramente perfezionato e migliorato, soprattutto per quanto riguarda una migliore relazione tra le Unità spinali ospedaliere e i servizi territoriali che possono prendere in carico persone con lesioni al midollo, che spesso diventano pazienti cronici, che possono trovare sul territorio risposte adeguate alle loro esigenze particolari».
Il provvedimento è inserito tra gli argomenti in discussione nella seduta di Consiglio regionale di martedì 29 novembre.
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