Il brivido viaggia su Tiktok. Le storie di Charlie conquistano il social
L'angerese Carlo Maria Baranzini è uno dei tiktoker italiani più seguiti. Punto di riferimento nella sua nicchia, la narrativa e l'horror, il suo profilo "macina" milioni di visualizzazioni ogni mese
Carlo Maria Baranzini è un creativo, un narratore, uno sperimentatore e da diversi mesi è anche uno dei tiktoker italiani più seguiti. Angerese, con una passione per l’arte e la cultura, Baranzini ha sempre utilizzato i social per narrare le sue passioni (alcuni anni fa un post su Facebook gli valse la partecipazione a una mostra internazionale). Il suo profilo su Tiktok “L’angolo di Charlie” (utente @charlieboyle89) conta circa 530mila follower, 16 milioni di like e alcuni milioni di visualizzazioni al mese. Numeri decisamente interessanti che gli hanno permesso di diventare un riferimento in quella che viene definita “nicchia” di Tiktok, vale a dire un segmento del social network che, grazie alla forza di un algoritmo molto efficiente, riunisce tutti gli utenti che ritiene interessati a quel determinato ambito.
In questo caso si parla di brividi e di narrativa di qualità: «Sono partito dalle storie dell’orrore – racconta Baranzini – che sono quelle che prediligo e di fatto ora il mio feed consiste per la maggior parte di storie dell’orrore mie, sia quelle che sono palesemente fiction che quelle che lo sono meno. Sul mio profilo semplicemente racconto, cercando di ibridare le paure più ancestrali dell’uomo con i media, il mondo e gli oggetti del contemporaneo, così che l’effetto sia amplificato, perché quando una persona si sente coinvolta, riconosce fatti, oggetti e personaggi e contorni del proprio quotidiano è più catturata anche a livello inconscio e di conseguenza più “conquistata” dal racconto in sé».
Una precisazione: a differenza di quanto può sembrare da uno sguardo superficiale, avere successo su Tiktok non è facile. La piattaforma, da anni in costante crescita, è infatti nota proprio per il suo algoritmo che tende a premiare i creator per la qualità dei contenuti proposti e non solo per il numero di follower che si possiedono. Per intenderci: non basta essere un influencer su Instagram o su Facebook per avere automaticamente successo anche su questo social. I creator sono poi un numero relativamente ridotto a fronte di milioni di utenti che il social vanta in tutto il mondo.
Se però si è particolarmente bravi in qualcosa di specifico e lo si sa comunicare, Tiktok può essere la vetrina migliore per farlo: «Per me è il social creativo per eccellenza – commenta Baranzini – . Perché aldilà di quella che può essere la staticità di un’immagine, per quanto artistica, che funziona bene ad esempio Instagram, Tiktok ti sprona a creare qualcosa per catturare l’attenzione prima e l’interesse poi dell’utente. Essendo un’esperienza quasi televisiva, dove si scorrono video, è davvero importante essere chiari e interessanti. Io sono partito raccontando i film e mi sono accorto che le storie catturano molto l’attenzione e ho trovato lo spazio per creare contenuti miei. Tiktok è ritenuto da molti il social dei balletti, in realtà è un mondo in continua evoluzione dove è possibile trovare di tutto: dalla botanica alla fisica quantistica. Ho trovato importante e molto soddisfacente che un’operazione artistica, come può essere la fiction narrativa come la mia, mi abbia di fatto portato dei risultati apprezzabilissimi, anche numericamente facendo quello che speravo e che mi piace, ossia “raccontare”. Non era assolutamente scontato».
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