Il consiglio comunale di Gallarate chiede un incontro con la Regione sull’ospedale
Di fronte alla sofferenza dell'ospedale e ai servizi che diminuiscono, un po' a sorpresa il consiglio ha votato un testo unitario, maggioranza e opposizione. Con qualche malumore della Lega sulla modifica in corsa
L’ospedale unico ancora è (molto) sulla carta e intanto le condizioni dei punti sanitari dell’Asst Valle Olona peggiorano, dal Pronto Soccorso ai reparti che perdono i primari. Serve un incontro, quanto prima, con Regione Lombardia.
Su questa richiesta – e su una più frequente convocazione della commissione salute – alla fine arriva l’accordo di tutto il consiglio comunale di Gallarate, che rappresenta tutti i cittadini gallaratesi.
La proposta arrivata in Consiglio era quella già presentata nelle settimane scorse, firmata da tutte le opposizioni, centrosinistra e civiche: chiedeva convocazioni certe della commissione sanità e un impegno più incalzante del sindaco sul tema dell’ospedale unico e delle difficoltà del Sant’Antonio Abate (in questa lunga, indeterminata fase di passaggio).
Nelle settimane scorse il sindaco Cassani aveva risposto a muso duro alle opposizioni e all’approdo in aula ci si poteva immaginare un nuovo muro contro muro. A sparigliare le carte, un po’ a sorpresa (e con qualche malumore della Lega), è stata Fratelli d’Italia.
Dopo la appassionata presentazione da parte del consigliere di minoranza Michele Bisaccia, il consigliere FdI Marco Colombo ha aperto alla proposta: «Mi piace la verve di Bisaccia, chiedo ufficialmente una sospensiva con capigruppo per trovare un accordo» ha detto.
Un testo condiviso
Stop di un quarto d’ora, dunque, con l’incontro tra i capigruppo, vale a dire i referenti dei partiti e delle civiche presenti in Consiglio. E alla fine ne è uscito un testo condiviso: meno fermo negli impegni, ma che metteva d’accordo tutti. Con l’impegno per il sindaco “a richiedere un incontro entro 60 giorni, alla presenza dell’assessore Bertolaso o presidente Fontana, con direttore generale welfare Pavesi”. Accompagnato da una richiesta meno stringente (“s’invita”) al sindaco “a convocare ogni 90 giorni la commissione speciale”.
«Quando c’è qualcosa che preme a tutti si trova la quadra» ha detto al rientro in aula Marco Colombo. «Questa mozione non è contro nessuno, ma non possiamo tacere le condizioni del nostro ospedale» ha aggiunto Pignataro, registrando come positiva la apertura dalle file del centrodestra. «Ricordo che entro marzo 2023 va approvato il rinnovo accordo di programma, altrimenti decade per terza volta e sarebbe clamoroso».
Accordo fatto, dunque, con voto finale di 23 consiglieri su 23, maggioranza e opposizione (unica mozione, su quattro presentate dall’opposizione e discusse nella seduta).
Un segnale di compattezza nel sostegno alla richiesta che rende l’idea della preoccupazione della città per la situazione dell’ospedale Sant’Antonio Abate.
L’agitazione della Lega e la risposta di Fratelli d’Italia
Detto questo, l’accordo raggiunto ha creato qualche malumore in maggioranza, nello specifico da parte della Lega.
Ad agitare è stata la mossa inattesa di FdI, riconosciuta anche dalle file dell’opposizione: il consigliere Pd Giovanni Pignataro ha apprezzato «la apertura di alcuni gruppi, in particolare di Fratelli d’Italia, a cui va dato atto di aver ascoltato un’esigenza della città», a cui poi comunque si è accodato anche il resto della maggioranza.
Ed è subito dopo questo passaggio che dai banchi della Lega è intervenuto il consigliere Andrea Zibetti: «Apprendo che abbiamo cambiato idea» ha esordito. «Non so se Moratti se n’è andata sbattendo la porta e non so se ha passato le consegne al suo successore, sinceramente non la vedo una mossa intelligente».
E a questo è seguito un richiamo diretto al presidente del consiglio: «Martignoni, non si lavora così: due mozioni su due modificate in aula con emendamenti. Il Pd ringrazia, la Lega la invita a rivalutare la sua attività».
Martignoni è presidente del Consiglio ma è anche esponente di FdI e il richiamo sembrava tradire una certa irritazione politica. Immediata la replica di De Bernardi Martignoni: «Io seguo il regolamento, non sono mie scelte: io procedo secondo il regolamento».
Il consigliere Massimo Gnocchi (civica Obiettivo Comune Gallarate) ha incalzato Zibetti: «La mozione non si può modificare se la discussione è già iniziata, ma è possibile se c’è l’accordo di tutti, perché il consiglio è sovrano. Se lei non è d’accordo, consigliere Zibetti, può sollevare la questione». Ma alla fine, appunto, il testo ha messo d’accordo tutti.
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