Dall’Università di Genova alle Officine dell’Acqua di Laveno per studiare le barche d’epoca
Lo spazio culturale e didattico aperto negli spazi dell'ex magazzino ferroviario di Laveno, ha ospitato oltre trenta studenti da tutta italia per un laboratorio dedicato ai "battellini" del Lago Maggiore
Laveno Mombello “gemellata” con l’Università di Genova e con il Politecnico di Milano, grazie allo studio delle barche d’epoca. Quella appena trascorsa è stata una settimana importante per le Officine dell’Acqua, lo spazio culturale e didattico aperto negli spazi dell’ex magazzino ferroviario. Sul Lago Maggiore sono arrivati oltre trenta studenti provenienti da tutto il territorio nazionale e iscritti al Corso di Laurea Magistrale Design Navale e Nautico interateneo Università di Genova (UniGe) – Politecnico di Milano (PoliMI).
Il Dipartimento Architettura e Design (DAD) di UniGe infatti, collabora stabilmente da diversi anni con Vele d’Epoca Verbano (l’associazione a capo delle Officine),per la tutela e la diffusione del patrimonio nautico nazionale e ha scelto come laboratorio progettuale per i propri studenti proprio la nuova struttura nel centro di Laveno.
La Professoressa Maria Carola Morozzo della Rocca del Dipartimento Architettura e Design, promotore della FIBaS (Federazione Italiana Barche Storiche), da sempre in prima linea nella tutela del patrimonio nautico materiale ed immateriale spiega: «E’ fondamentale per i nostri studenti poter uscire dalle aule universitarie, toccare con mano e fare esperienze dirette sul campo. Creare una sensibilità sulla nautica storica aiuta il recupero dell’esistente così come il progetto del nuovo. Officine dell’Acqua rappresenta il luogo perfetto per queste attività».
Gli studenti, in particolare, hanno lavorato su due delle imbarcazioni storiche del Lago Maggiore: i battellini Santa Teresa ed Ancilla rispettivamente classe 1951 e 1928. Si tratta di imbarcazioni tradizionali commissionate ed utilizzate dalle famiglie nobili che trascorrevano le loro vacanze sulle acque del lago e venivano usate principalmente per raggiungere le isole e i luoghi maggiormente ameni per i momenti di svago fino alla metà del ‘900.
I giovani studenti hanno quindi potuto toccare direttamente gli scafi, presentati dall’architetto Leonardo Bortolami, docente a contratto dell’Ateneo genovese e responsabile della scuola di restauro delle Officine, e hanno potuto ascoltare gli aneddoti e confrontarsi in prima persona con gli ex armatori dei battellini.
«E’ per tutti noi soddisfazione e motivo di vanto poter lavorare e collaborare con università prestigiose come quella di Genova ed il Politecnico di Milano. La nostra realtà, nata da poco più di un anno, sta coniugando importanti lavori di riqualificazione con ambiziose attività culturali e didattiche di grande spessore. Questi importanti riconoscimenti ci confortano del faticoso lavoro che stiamo svolgendo con le nostre sole forze e ci incoraggiano sulla direzione intrapresa», conclude Paolo Sivelli, presidente di AVEV e direttore delle Officine dell’Acqua, una realtà unica sul territorio nazionale.
Le Officine dell’Acqua oggi occupano un’area di oltre 1500 metri quadri, dove si trova un’area espositiva con più di quaranta scafi che appartengono alla storia del nostro territorio, aree dedicate alla didattica ed ai laboratori e molti progetti per i prossimi mesi. Sabato 12 novembre, alle 16 e 30 inaugureranno una nuova sala attrezzata con bancone dove si svolgerà uno show cooking con Pierre Ley e con i pesci del Lago Maggiore, a dicembre verranno organizzate visite guidate gratuite aperte al pubblico. Tra gli obiettivi c’è anche quello di ottenere il titolo di scuola di Maestri d’ascia entro il 2023, così come ci avevano raccontato in occasione del convegno proposto per il primo anno dall’apertura.
Un anno per le Officine dell’Acqua di Laveno: “Realtà unica in Europa e il progetto continua”
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