Don Giussani, don Arnaldo e gli inizi di Comunione e Liberazione a Gallarate
La mostra allestita a Palazzo Borghi offre un ampio percorso sul fondatore di CL e anche uno sguardo sui primi anni del movimento in città. Domenica l'intitolazione dei giardini di via Trombini

Si apre con l’inaugurazione della mostra nell’atrio del municipio il programma con cui Comunione e Liberazione ricorda la figura di don Giussani, a cento anni dalla nascita.
Un programma che avrà il suo culmine domenica 27 novembre con l’intitolazione del giardino pubblico di via Trombini.
La mostra, fatta di pannelli tradizionali ma con l’aggiunta anche di QR code per visionare la mostra virtuale, è stata inaugurata giovedì sera alla presenza del sindaco Andrea Cassani e del prvosto monsignor Riccardo Festa. «È la mostra nata per il Meeting, con l’aggiunta più di alcuni pannelli realizzati qui a Gallarate» ha spiegato introducendola Luigi Galluppi, consigliere comunale.
I pannelli locali ricordano gli esordi del movimento a Gallarate, partendo dall’esperienza di Gioventù Studentesca e passando dagli anni turbolenti del Sessantotto, che fu terreno di origine del movimento che vi si pose come antitesi. «Nel 1969 – ha ricordato Galluppi – il gruppo di studenti uscì con un volantino: “Comunione e liberazione. Costruire la Chiesa è liberare l’uomo”. Il nome richiama il clima di allora».
A Gallarate centrale fu la figura di don Arnaldo Martinelli, che fiu animatore di iniziative e di un primo gruppo di GS. Già nel 1961 (o forse ’62) don Arnaldo ricevette a Gallarate don Giussani: «C’era la neve ed arrivò in treno. Io avevo detto ad Anita Carnelli, preside di un famosissimo Istituto Commerciale in Gallarate, che sarebbe arrivato un prete da Milano molto bravo che aveva delle proposte da fare ai ragazzi» ricorda don Arnaldo nel testo in un pannello (il sacerdote, oggi 90enne e residente a Crescenzago di Milano, verrà in visita alla mostra a Gallarate domenica dalle 16.30).

Altri pannelli della mostra ricordano poi il radicamento di CL a Gallarate, con esperienze come la Scuola Sacro Cuore, il Centro Culturale Tommaso Moro, il festival Spirto Gentil e altro.

Monsignor Festa ha ricordato che i movimenti per la Chiesa sono «sorprese dello Spirito»: «Dobbiamo guardare alla Storia come persone che si aspettano cose sorprendenti e sanno riconoscerle»
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