Ipc Verri di Busto Arsizio, i docenti con gli studenti: “I laboratori sono fondamentali”

Con una lettera i docenti hanno deciso di rompere il muro del silenzio sui troppi problemi di una scuola che ha saputo sfornare talenti e che sta vivendo evidenti difficoltà come per la vicenda dei laboratori di cucina e sala bar

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I docenti dell’Ipc Verri, l’istituto professionale di Busto Arsizio in subbuglio da oltre un mese, prendono le parti degli studenti che più di una volta hanno organizzato proteste contro la chiusura dei laboratori di cucina e sala bar: «Iscrivete i vostri figli, ci saremo noi» – scrivono in una nota ai genitori che devono decidere a quale scuola iscrivere i propri figli per il prossimo anno scolastico.

Gli insegnanti rompono il silenzio e mostrano il loro disappunto nei confronti della dirigente Laura Maineri per quanto sta accadendo dall’inizio di quest’anno scolastico e per alcune dichiarazioni rilasciate ad un quotidiano locale.

Di seguito il testo.

Noi ci abbiamo provato, a dissuadere i ragazzi dall’occupazione della scuola di questi giorni, ci abbiamo provato davvero. Ma ci rendiamo conto che chiedono, anche se con mezzi non sempre consoni, la possibilità di fare quello che una scuola a forte impronta alberghiera dovrebbe garantire: lezioni pratiche di cucina e di sala nei laboratori di cucina e di sala. Tanto facile quanto finora impossibile, nel nostro istituto.

Quello che i ragazzi stanno portando alla luce, però, è solo la punta di un iceberg ben più profondo. Noi professori abbiamo taciuto a lungo (non tutti, per la verità) ma oggi, alla luce di quanto dichiarato a mezzo stampa dalla nostra Dirigente, abbiamo deciso che è tempo di rompere il muro del silenzio dietro il quale noi stessi ci siamo trincerati, delusi dalle dichiarazioni rilasciate ad alcune testate giornalistiche come commento agli ultimi fatti accaduti.

Dispiace, dopo tanti anni di sacrifici da parte di tutto il personale scolastico per attivare nuovi indirizzi e consolidare quelli esistenti, apprendere che i laboratori sarebbero “parte delle discipline, che possono essere anche spiegate”. Ci chiediamo se sia stata colta l’importanza dello sviluppo delle competenze, tema centrale della riforma dei professionali. Nella pratica laboratoriale gli allievi diventano protagonisti: attraverso i laboratori si trasferisce passione, si realizzano progetti, si orienta lo studente verso il futuro.

La Preside avrebbe inoltre dichiarato che “i ragazzi al quinto anno devono sostenere l’esame di stato, che non è pratico”: nei Quadri di riferimento per la seconda prova scritta negli istituti professionali si legge che proprio all’Esame di Stato è prevista la possibilità di includere delle “prove laboratoriali” per testare le competenze del candidato.

Negli anni il Verri ha forgiato eccellenze tra gli studenti come vincitori di concorsi nazionali, membri della Nazionale Italiana Cuochi, vincitori di competizioni come Hell’s Kitchen di Carlo Cracco. Tutto questo non sarebbe stato nemmeno immaginabile senza le attività di laboratorio.

Non solo: in risposta alla Dirigente che afferma che “i laboratori erano stati chiusi per manutenzione ma questo lunedì sono stati riaperti”, replichiamo che non è possibile considerare funzionante un laboratorio di cucina a cui viene consentito l’accesso solo per “visionare” delle attrezzature ormai obsolete, per le quali i docenti chiedono da diversi anni manutenzione e sostituzioni.

Ma perché i laboratori sono stati chiusi? Che cosa è stato fatto dalla Dirigenza per risolvere un problema già noto da marzo? A queste domande noi docenti non riceviamo risposte se non quella data alla stampa: “acquistare derrate per una pubblica amministrazione non è come andare al supermercato”. Questa superficialità sembra essere la vera causa di un problema mal gestito e tuttora irrisolto.

I problemi del Verri non sono però solo questi: già a settembre un gruppo di più di cento docenti ha sottoscritto una lettera aperta alla Dirigente, condivisa con l’ufficio scolastico territoriale, in cui esprimeva grande preoccupazione per una serie di evidenti carenze della scuola. La lettera non ha ancora ricevuto nessuna risposta.

In cambio la nostra Dirigente sta rilasciando dichiarazioni alla stampa in merito a questioni che non ha mai condiviso con il Collegio dei docenti, che non viene convocato dal mese di settembre ed è stato procrastinato “a data da definirsi”.

Giunti a questo punto, all’esterno si deve conoscere la nostra verità. A causa di un ingiustificato e irregolare ritardo nella contrattazione d’istituto, per le attività aggiuntive lo staff di Dirigenza, i coordinatori di classe e di materia, molti collaboratori e tecnici e tutte le figure che tengono in piedi una scuola grande e complessa come la nostra non ricevono alcun compenso dal 2020: entro la fine dicembre, in una corsa all’ultimo minuto, vedremo quei soldi che ci spettano di diritto da due anni. A cascata, riceveremo in estremo ritardo anche i compensi relativi all’anno scorso. E così via.

Per non parlare delle numerose problematiche interne che la Dirigente conosce molto bene e che non sono di certo imputabili al Ministero. Per accendere un faro sulla situazione della scuola moltissimi docenti hanno rifiutato l’incarico di coordinatore di classe e non si sono candidati per la maggior parte delle funzioni strumentali né per gli incarichi di referente.

Le famiglie devono essere messe al corrente che l’Open day di novembre, annunciato sulla homepage del sito in modalità online, non è stato organizzato da noi docenti poiché non volevamo fare finta di nulla e mentire ai genitori dei futuri iscritti. Ma abbiamo bisogno che si sappia dell’altro: noi che al Verri siamo rimasti (moltissimi docenti e collaboratori se ne sono andati) lo abbiamo fatto perché la scuola pubblica non appartiene ai dirigenti, appartiene a tutta la cittadinanza e a chi la costruisce, a chi la vive e a chi la abita.

Noi, il personale ATA e i ragazzi l’abbiamo costruita, la viviamo e la abitiamo. È stato così in passato, è così adesso, in mezzo alle difficoltà, e sarà così in futuro. Noi che rimaniamo siamo convinti di quello che facciamo. Sarebbe troppo facile rinunciare e lasciar correre, come è stato fatto per molto tempo, sperando che la Dirigente comprenda le motivazioni del nostro resistere, senza essere riconosciuti nel nostro ruolo di professionisti.

Ogni mattina chiudiamo le porte delle nostre aule e iniziamo a svolgere un compito complesso, variegato e per questo affascinante. I ragazzi sono la nostra seconda famiglia, ci affezioniamo a loro e cogliamo ogni giorno le sfide che hanno da proporci. I nostri studenti sono la nostra realizzazione.

Il Verri, lo sanno tutti, è sempre stata una grande scuola, con grandi progetti: vogliamo farla tornare grande e siamo certi che ci riusciremo. Venite a parlare con noi, perché noi non lasciamo mai nessuno sul ciglio della strada, potete scommetterci. Per questo chiediamo alle famiglie di iscrivere i loro figli al Verri: perché ci saremo noi ad accoglierli, a braccia aperte. Sempre.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Novembre 2022
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