Il Monte San Giorgio “un gioiello” del territorio, volàno per turismo e cultura

A Villa Recalcati l'innovativa presentazione del sito Unesco su territorio transfrontaliero, con tutti i principali attori del sito. I sindaci del territorio: "La sfida è far sì che tutta la popolazione conosca il sito Unesco"

monte San Giorgio

Il Monte San Giorgio al centro dell’evento organizzato dal Museo Insubrico di Storia naturale di Clivio e Induno, con Naturalis Insubria e Comunità montana del Piambello.  Nella mattina di sabato 5 novembre, Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese, ha visto riunirsi i principali attori che ruotano attorno al bene Unesco, che ha una caratteristica particolare perché si tratta di un sito transfrontaliero. «Aver avuto un riconoscimento dell’Unesco è una responsabilità – ha affermato Francesca Brianza, vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia -. Non basta essere stati inseriti in questo patrimonio mondiale, ma occorre lavorare per garantire lo sviluppo di questa meraviglia. È un gioiello e può far da volàno per tante cose, dal turismo alla cultura, alle opportunità per le famiglie». Durante la mattinata è emersa quindi la volontà di costruire una rete di soggetti per gestire al meglio il sito: un mix di realtà tra pubblico e privato.

Convegno Pitch Monte San Giorgio a Villa Recalcati

Stefano Nadile di Naturalis Insubria e curatore del museo di Clivio, ha dato inizio alla serie di interventi che si sono tenuti durante la mattina. Nel suo, intitolato “Il cacciatore di fossili”, ha raccontato: «Già da piccolo entravo nelle cave della zona e ho iniziato a coltivare la passione per i fossili. Una grande emozione aver ritrovato uno degli ittiosauri più grandi. Tra il 2019 e 2020 ho fatto dei grandi ritrovamenti di ossa e questo può portare a sviluppi scientifici importanti».
Elena Castiglioni di Archeologistics che gestisce il museo di Besano spiega: «”Piccoli Musei, Grandi Patrimoni” è un tema centrale per la realtà del paese. Abbiamo storie ed elementi in piccoli comuni che significano anche fatica nella gestione perché la nostra dimensione è troppo piccola. La buona prassi è però avere una costanza, qualità e continuità nel lavoro. Intorno alla nostra attività ci sono tanti soggetti istituzionali. Stiamo sviluppando diverse iniziative per allargare il pubblico. Abbiamo rinnovato l’esposizione per avere un museo anche fuori gli spazi del museo». Guglielmo Ronaghi del Gruppo speleologico prealpino lavora dentro e fuori il San Giorgio e sottolinea: «La nostra associazione ha da poco celebrato i 20 anni di attività. Abbiamo 60 associati. Ci occupiamo di speleologia attraverso l’esplorazione e la divulgazione, un lavoro che ci impegna molto. Ogni anno coinvolgiamo 2-3mila persone».

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Diversi i relatori che si sono susseguiti, tra cui ricercatori e scienziati che hanno illustrati i nuovi studi in atto sul Monte San Giorgio, dal Saltriovenator al progetto “Paleontologi per un giorno”, fino alle grotte inesplorate. Spazio anche ai giovani con testimonianze e progetti nella sezione “Innovation and future“. Infine, spazio ai sindaci dei comuni del territorio ricompreso nei confini del sito Unesco. Al convegno sono intervenuti Giuseppe Galli di Clivio, Leslie Mulas di Besano, Emanuela Quintiglio di Viggiù, Maurizio Zanuso di Saltrio che hanno gettato uno sguardo sul futuro.

Un sito, due nazioni, come sarà tra 20 anni? «Un sito che verrà visitato con due clic. Per sapere cosa saremo tra vent’anni è bene sapere qual è stata la sua storia. La condivisione e lo sviluppo della cultura erano i punti cardine. Il bene diventi un valore per i visitatori raccontando il suo fascino che non è semplice da scoprire. Abbiamo bisogno di veder persone investire sul nostro territorio. La sfida è far sì che tutta la popolazione conosca il sito Unesco. Questi anni sono stati entusiasmanti anche per l’energia degli amici svizzeri. Il nostro impegno è far sì che il patrimonio sia sempre più fruibile per tutti». A loro anche una seconda domanda che riguardava un titolo per la collaborazione. «Dobbiamo cogliere l’opportunità, sviluppare la mobilità sostenibile e fare in modo che il Monte San Giorgio sia a misura anche dei ragazzi e dei bambini. Inoltre, è necessaria una nuova collaborazione tra i musei per un percorso diffuso».

A chiudere la giornata Paolo Sartorio, presidente della Comunità Montana del Piambello: «Stiamo facendo educazione, scienza e cultura. Dobbiamo fare rete e lo stiamo facendo attraverso il lavoro dei musei, ma anche con i Pic di sui siti Unesco e la Via Francisca del Lucomagno. Si aggiunge il lavoro per la Via Cadorna. La Comunità montana non è fatta solo dagli amministratori ma anche delle tante persone che lavorano perché tutte le attività possano svilupparsi».

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Pubblicato il 05 Novembre 2022
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