O’Rey e Ross spettacolari. “Braccia lunghe” Owens trova il jolly finale
Justin torna con il botto, il playmaker è l'anima della rimonta a 5' dalla fine. Male il pivot che però si riscatta all'ultimo istante con la giocata che chiude la partita

ROSS 8 – In un mondo cestistico in cui tutti, dai nani ai giganti, vogliono allontanarsi per tirare da 3 punti, il folletto di Pepperdine preferisce avventurarsi nel cuore dell’area da dove colpisce a ripetizione. Decisivo sul +5 veneziano a 5′ dalla fine: Colbey si carica di responsabilità, segna subito due canestri e mostra a tutti la via. Pure 6 assist sui 12 di squadra a fronte di due sole palle perse. E si rialza dopo essere stato azzoppato (senza fallo, per la terna…). Ah, ha appena compiuto 24 anni: davanti a sé ha praterie enormi.
WOLDETENSAE 6,5 – Non sappiamo quel che gli passa per la testa quando decide di tirare in ogni circostanza (o di passare la palla dietro alla schiena nel traffico) ma non ci facciamo ulteriori domande. Alla fine ha ragione lui: 14 punti con 4 su 8 da 3. Peccato la poca consistenza delle statistiche sulla destra del foglio, ma il contributo c’è stato. Solo un consiglio: se un domani dovesse giocare in Prima Divisione o in Uisp, gli sconsigliamo di prendersi la terza tripla, carpiata, dopo due errori. Ne andrebbe della sua salute.
DE NICOLAO 6 – Stavolta non è protagonista contro la Reyer, come pure il fratello: 3 punti in due per la fabbrica di playmaker di Camposanpiero. Giò comunque fa lavoro di raccordo, infastidisce gli avversari, gioca di sponda: serve anche questo.
REYES 8,5 (IL MIGLIORE) – Dà fuoco alle polveri in avvio quando nessuno segna, poi è una presenza costante sul parquet e diventa protagonista anche quando… subisce canestro perché si prende la briga anche di marcare Watt o Tessitori. Spreca pochissimo (8/11 al tiro), incassa come un casinò dei tempi d’oro (19 punti, 10 rimbalzi) e solo un ferro beffardo gli toglie la soddisfazione di imbucare la tripla della staffa. Varese aveva vinto le ultime due partite senza di lui: O’Rey poteva forse mancare alla festa?
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FERRERO 6 – Complice il rientro di Reyes, stavolta ha poco spazio (solo 7′) ma trova il tempo di caricare, puntare e fare fuoco da 3 andando a segno. E comunque, nel momento migliore di Varese, c’è anche lui sul parquet (+12 di plus-minus!).
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BROWN 7 – Non è la sua migliore serata, anche perché il livello degli avversari è decisamente alto (Freeman, Parks e via dicendo): Markel va un po’ in altalena ma non rinuncia a sciorinare qualche giocata di grande impatto come la tripla che ferma il break veneziano in un momento difficile e porta comunque a casa 15 punti.
CARUSO 7 – Non ripete i miracoli scafatesi ma si conferma giocatore di enorme affidabilità: ha nelle mani i palloni, in lunetta, che decidono la partita e segna 3 volte su 4. Mica male per un pivot, mica male per un giovane, mica male per uno che aveva fatto cilecca per tre volte nelle triple frontali che, pure, sono un marchio di fabbrica. Raccoglie poco a rimbalzo ma dà il meglio in altri pezzi di partita.
OWENS 6,5 – Accanto al suo nome stava per accendersi la scritta rossa “Il peggiore”. Perché è bello schiacciare, è spettacolare stoppare ma la pallacanestro ha tante altre sfaccettature importanti. Beh, ci fa ingoiare un giudizio già scritto con la magata a 2” dalla fine e del resto Mike Arcieri ci aveva ribadito l’importanza di avere un pivot con le braccia lunghe. Detto fatto: mano che sembra quella dell’ispettore Gadget, che si allunga sino a deviare l’ultima rimessa sulla quale muore la speranza di Venezia. Bravo Tariq.
JOHNSON 6,5 – Meno incisivo del solito, un po’ perché hanno imparato a conoscerlo, un po’ perché De Raffaele ha gli uomini per contenerlo. Vista la giornata “media” in attacco però, il nostro Nino – comunque 8 punti, che contano parecchio quando si vince in volata… – si dà da fare in difesa e in appoggio ai compagni. Pregevole il fatto che non forzi quasi nulla: per un attaccante vorace come lui è una bella prova di autocontrollo.
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