Speroni ricorda Maroni alle origini: “Insieme andammo a trattare con Berlusconi nel ’94”
L'ex-ministro e parlamentare di Busto Arsizio è stato uno dei pilastri della prima Lega di governo: "La nostra amicizia non è mai venuta meno. Quando era ministro mi dava un passaggio a Malpensa"
«Quando era ministro dell’Interno ogni settimana mi dava un passaggio fino a Malpensa. Il suo ruolo lo costringeva ad usare i mezzi dello Stato mentre io ero a capo di un ministero senza portafoglio e avrei dovuto usare mezzi privati. Ricordo che, da amante della velocità, sedevo davanti sulle auto di scorta che ci portavano a Ciampino perchè mi piaceva vederli correre come matti, passare col rosso, sorpassare. Poi salivo sull’aereo con Bobo».
Francesco Speroni, entrato in Lega nel 1986 «mentre Maroni, di cui sentivo molto parlare, si era appena preso una pausa», ricorda uno dei tanti momenti condivisi con l’amico e compagno di partito Roberto Maroni, scomparso oggi a 67 anni dopo una lunga battaglia con la malattia ma Speroni racconta anche momenti più seri e uno di questi è senz’altro la trattativa con Berlusconi per l’alleanza del primo governo del 1994: «I primi incontri con Berlusconi li abbiamo avuti noi due. Venimmo invitati a Villa San Martino con una telefonata. Toccava a noi perchè eravamo i presidenti di gruppo Camera e Senato e quando sei all’opposizione è l’incarico più importante nel tuo partito. Siamo andati dal Cavaliere due volte e da lì è nata l’alleanza e il primo governo Berlusconi (che poi Bossi farà cadere pochi mesi dopo, ndr). Abbiamo fatto le trattative del governo insieme ma lui era l’uomo del dialogo e gli dissi “vai avanti tu”».
Negli anni, poi, i momenti di condivisione sono stati tanti: «Ricordo anche quando andammo insieme dal Presidente della Repubblica. Eravamo spesso insieme per lavoro e in contatto per amicizia». Un’amicizia che non si è affievolita negli anni: «Ci siamo sentiti qualche mese fa ma lui non volle incontrarmi per questioni di salute».
Dalla mancata candidatura a sindaco, infatti, Maroni gravitava su Varese: «Settimana scorsa ho saputo che le sue condizioni di salute non erano buone. So che era tornato a lavorare come avvocato, scriveva libri ed era in un cda in orbita San Raffaele. Non si è mai rassegnato alla malattia e lo ha dimostrato fino all’ultimo».
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