Teneva 80 grammi di coca a Porto Ceresio in garage: condannato a “soli“ 8 mesi
La decisione del tribunale di Varese. Il difensore parla di sentenza storica: «Mai una pena così bassa per un simile quantitativo”

La “linea di non ritorno“ pesa attorno ai 20 grammi. È sotto questa soglia che la Cassazione stabilisce la possibilità di applicare quanto previsto dal “quinto comma“ del Dpr 309 del 1990, il testo unico sugli stupefacenti che punisce produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope con pene severe, che vanno da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000. Ma di questi giorni è la sentenza pronunciata a Varese che per la detenzione domiciliare di circa 80 grammi di cocaina ha stabilito la condanna a “soli“ 8 mesi.
Ad occuparsi del caso come difensore l’avvocato Corrado Viazzo, che, nonostante la condanna più che scontata del suo cliente canta vittoria per la tenuità della pena. «È stato infatti riconosciuto il quinto comma», spiega il difensore. La norma infatti come si è visto prevede alte pene per chi “coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope“, consentendo però una sorta di attenuazione a “chiunque commette uno dei fatti previsti dal presente articolo che, per i mezzi, la modalità o le circostanze dell’azione ovvero per la qualità e quantità delle sostanze, è di lieve entità“: infatti la pena prevista in questi casi è la reclusione da sei mesi a quattro anni e della multa da euro 1.032 a euro 10.329. Dunque molto di meno rispetto a quanto previsto dal primo comma della norma. La sentenza di venerdì scorso «ha un risvolto clamoroso, una sentenza unica, rarissima finora in tutta Italia, preceduta solo da una decisione simile pronunciata dal tribunale di Venezia», spiega il difensore Viazzo.
Il caso è quello di un uomo di 48 anni che l’estate scorsa venne pizzicato dai carabinieri con diversi ovuli di cocaina che è accusato di aver custodito nel suo garage di casa a Porto Ceresio. L’uomo venne arrestato in flagranza di reato per “detenzione ai fini di spaccio di droga”.
All’esito dell’udienza di convalida, celebratasi il giorno successivo, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Varese ha deciso per l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La droga era stata trovata in quattro ovuli del peso complessivo di circa 50 grammi oltre ad altri 20 grammi abbondanti della stessa sostanza suddivisi in tre involucri in cellophane, due bilancini di precisione, denaro contante pari a 295 euro e 50 franchi svizzeri, un assegno del valore di 300 euro ed un telefono cellulare, tutto sottoposto a sequestro.
L’imputato, imprenditore, è così finito di fronte al giudice e sottoposto a procedimento penale che ha avuto l’esito non scontato di questi giorni.
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