“Un pronto soccorso nel pronto soccorso di Gallarate”
L’idea delle opposizioni per sgravare la situazione preoccupante del Sant’Antonio Abate: un punto aperto sette giorni su sette che si opccupoi dei codici bianchi e verdi
Un pronto soccorso “nel pronto soccorso” di Gallarate, per alleggerire gli ingressi che, tra la fine dell’estate e il mese di ottobre, hanno registrato un’altissima percentuale di giorni di “collasso del sistema”: ad agosto il 61%, a settembre il 34,3% per tornare al 62% in ottobre.
Questa la proposta dell’opposizione gallaratese (Partito democratico, la “civica” di Silvestrini, Obiettivo comune Gallarate e Città è vita).
Il consigliere dem Giovanni Pignataro ha spiegato come è nata la proposta: «L’ospedale di Abbiategrasso ha messo un punto di primo soccorso (magari esternalizzato) affiancato al pronto soccorso e ci siamo chiesti se non sia replicabile a Gallarate per alleggerire il carico del presidio. È evidente che a Saronno le giornate vanno mediamente bene, mentre a Busto Arsizio e Gallarate la situazione è ben peggio. A Gallarate tra luglio-agosto-settembre le giornate da bollino nero erano del 60% e confermano una sensazione generale di malessere. A fronte di una situazione drammatica che in parte sembrerebbe di andare verso un ospedale unico, Saronno, che non sarà coinvolto nel progetto dell’ospedale unico, non ha di questi problemi».
La proposta non è inserita in una mozione per uno spirito dialogante: «Vogliamo gettare le nostre proposte per discuterne in commissione Sanità e trovare soluzioni».
Il punto di primo intervento, attivo sette giorni su sette e ventiquattro ore su ventiquattro, disponendo di competenze cliniche e strumentali adeguate a fronteggiare e gestire i codici bianchi e verdi, possa fornire risposte a situazioni di minore criticità e bassa complessità. «La sua attivazione permetterebbe una riorganizzazione degli accessi al pronto soccorso, concentrando in quest’ultimo solo le situazioni di reale emergenza».
“Fermiamo l’emorragia degli ospedali di Busto e Gallarate”
Michele Bisaccia (della civica Margherita Silvestrini sindaco) è entrato nel merito della proposta, nata da una sua idea: «Vogliamo fornire un servizio maggiore ai gallaratesi e fermare l’emorragia dei due ospedali. La carenza di personale fa sì che molti specialisti siano costretti a fare tanti turni al pronto soccorso, rendendo l’ospedale meno attrattivo. Bisogna sgravare il pronto soccorso dagli accessi impropri (codici bianchi e codici verdi): la comodità è che lo smistamento sarebbe unico e i codici minori sarebbero gestiti da un personale extra». O un personale esterno “preso a gettone”, ma anche l’intervento dei medici di famiglia che sono già stati utilizzati al centro vaccinazione e potrebbero essere impegnati a questo scopo».
L’esternalizzazione del servizio potrebbe «alleviare il carico di lavoro del personale ospedaliero, riducendo la richiesta di turni massacranti. Migliorare le attuali condizioni di lavoro potrebbe limitare la fuga di medici presso altri presidi e ripristinare l’attrattività del nostro ospedale».
Il gruppo dell’opposizione
La soluzione, però, va percorsa rapidamente perché le «risorse sono scarse». Altrimenti si potrebbe ricorrere ai medici Usca (Unità speciali di continuità assistenziali, ndr) per la gestione di codici non urgenti. «Se il pronto soccorso è a questi livelli vuol dire che l’offerta della medicina territoriale non c’è», oltretutto con i pensionamenti di 2465 medici di base previsti entro cinque anni di Regione Lombardia, il sistema sarà ancora «sotto pressione».
È «folle il progetto dell’ospedale unico, facendo finta che la medicina territoriale funzioni e depotenziare così l’ospedale». Bisaccia è realista nel constatare la situazione è che questa proposta, con questi numeri, “sia una pezza”. «Ma forse una pezza ci vuole».
Della stessa idea Massimo Gnocchi (Obiettivo comune Gallarate): «La nostra civica si è subito ritrovata nella proposta, che va nel solco di non portare subito in consiglio la discussione. Il Comune può segnalare la situazione per chiedere un intervento».
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