Atmosfere ancestrali e scenari medievali ne “La sala delle teste”, il nuovo singolo degli Araldyca
La canzone del quartetto che unisce il folk alla musica antica anticipa l'uscita dell'album "Il signore dell'Orso". "Un sound celtico e medievaleggiante ispirato al castello di Sarroid de la Tour in Valle D'Aosta"
I loro arpeggi di chitarra e di violino rievocano atmosfere ancestrali, le loro parole in rima raccolgono la tradizione orale dei bardi che cantavano le leggende di un mondo ormai lontano, che non esiste più, fatto di antichi castelli e di danze di dame e signori: con la canzone La sala delle teste gli Araldyca sono pronti a portare gli ascoltatori in un «viaggio sonoro fuori dal tempo».
Pubblicato lo scorso 8 dicembre e accompagnato da un videoclip a tema (disponibile in fondo all’articolo), il brano è il primo inedito del complesso formato nel 2019 dal duo Ilario Longhi (voce, chitarra acustica, violino, dulcimer, oud, basso) e Giuseppe Gigliola (batteria e percussioni), diventato poco tempo dopo un quartetto con l’ingresso di Alessio Isgrò (chitarra acustica e cori) e Giacomo Tavani (flauti, cornamusa, cori).
Non è un caso che per questo questo progetto musicale la band abbia deciso di adottare un nome che richiamasse fortemente la figura del banditore medievale: basta leggere infatti alcuni singolari strumenti del “personnel” per potersi immergersi nelle melodie folk a cui gli Araldyca hanno dato vita duranti questi anni trascorsi in studio di registrazione (Allo Studio’s di Cocquio Trevisago lo scorso 3 dicembre la release del singolo – nella foto qui sotto) e che vedranno come frutto l’uscita del disco Il signore dell’Orso, in uscita a gennaio 2023 dopo esser stato anticipato appunto da La sala delle teste.
“Danzan sotto a un soffitto di volti scolpiti nel legno figure di bestie feroci, draghi di un perduto regno rivivon nel fuoco che avvampa storie ed antiche leggende la musica echeggia lontana, fuori la notte si stende”. Sono fantasy i toni del canto degli Araldyca che non sarà quello del fuoco e del ghiaccio (qui una bellissima versione dei National) ma che attraverso le strofe narra le gesta storie di cavalieri ed elementi sovrannaturali, riprendendo e facendo conoscere il foklore dello Stivale.
«La title track che dà il titolo all’album è ispirata alla leggenda di S.Romedio e dell’orso, una storia tradizionale della Val di Non in Trentino – spiega appunto la band nel presentare il proprio lavoro -. Le sonorità evocative del disco che si intrecciano nelle parole ispirate al folklore popolare, a personaggi storici e a luoghi antichi. Ogni canzone racchiude un racconto, come il singolo La sala delle teste un brano “epico”, dal sound celtico e medievaleggiante ispirato al castello di Sarroid de la Tour in Valle D’Aosta».
Un immaginario così suggestivo non poteva dunque non essere raccontato anche attraverso un’altra arte, quella capace di dare un’immagine alla fantasia e alla musica: il cinema, con il videoclip de La sala delle teste, affidato alla regia di Lorenzo Massa Saluzzo, e che per la sua realizzazione ha coinvolto diversi sponsor ed enti, tra cui Le Montagne Divertenti (trimestrale di cultura alpina) il Comune di Mesenzana e l’associazione di scherma storica Sala d’arme “I Magli d’Acciaio“.
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