Brown e Johnson da lustrarsi gli occhi, ma predicano nel deserto

Prova mostruosa dei due americani che dominano interi tratti di partita. Stecca collettiva del gruppo italiano, e anche Owens continua a non graffiare

markel brown

ROSS 6,5 – Ha il pregio di non volersi mai arrendere, e infatti ancora una volta le sue quotazioni crescono dopo la metà di partita anche se quando riaccende i motori Moretti è già lontano chilometri. Ci prova per sé – 12 punti – e per gli altri – 9 assist – pur tra passaggi a vuoto non certo incoraggianti come le due palle perse consecutive da rimessa o lo 0 su 4 al tiro. Alla fin fine però, da lui Brase riesce sempre a spremere folate positive. E senza di lui la rimonta non avrebbe avuto trazione.

WOLDETENSAE 5,5 – Il fatto che sia il migliore della pattuglia italiana non è significativo: stavolta dà l’impressione di non azzeccare le scelte sul campo, di non avere la sicurezza e la faccia tosta mostrate in altre occasioni, anche di recente. Sette punti, utile a rimbalzo perché ne prende 8 ma anche con 4 palle perse sulla coscienza. Non ci ha convinto del tutto.

DE NICOLAO 4,5 (IL PEGGIORE) – Questa volta non riesce a nascondere il difetto più preoccupante, quello della carenza al tiro pesante. Uno su sei (quello che va a segno è il primo, poi soltanto raffiche a vuoto) con l’aggravante dell’errore netto sul tiro del possibile pareggio. E quando va così, è difficile aggrapparsi alla grinta difensiva o alla diligenza in regia. Denik, tra l’altro, è in scadenza di contratto: è presto per parlarne però queste referenze non sono certo le migliori da avanzare in sede di trattativa.

LIBRIZZI 6 – Infila una tripla, non fa danni nel palleggio e nel giro palla, ha il coraggio di provarci e di mettere il corpo contro chiunque. Meno tutelato di un bracciante clandestino: gli arbitri riescono nell’impresa di fischiargli un fallo a mezzo metro dall’avversario. Giusto che i ragazzi facciano la gavetta, ma così non si aiutano né loro né le squadre che li mettono in campo.

FERRERO 5 – Tre errori dall’arco di cui due ciclopici, 1 su 2 ai liberi: dà l’impressione di aver terminato quelle munizioni infallibili di cui ha fatto copioso uso per tante partite. Urge nuova fornitura, perché dall’arco il capitano può essere il fattore che fa saltare il banco. Se però non segna, il suo apporto si sgonfia così come il minutaggio.

La rimonta si ferma sul più bello, Openjobmetis battuta a Pesaro

BROWN 8,5 (IL MIGLIORE) – Minuti, lunghi minuti, da dominatore del Gioco. Sempre la scelta giusta, sempre il tempismo perfetto, sempre la mira pronta e la mano carica. Colpisce da fuori, guadagna liberi e li converte sino ad arrivare a quota 30 punti in 31′ giocati. Il tutto con la consueta prova di sacrificio in difesa, senza alcuna remora nel marcare gente con 10 chili e 10 centimetri in più di lui. Una diga, purtroppo isolata: difendessero tutti come lui almeno sull’uomo, altro che 101 punti subiti.
MVP Confident anche per il lettori della nostra #direttavn con il 73% abbondante dei voti.

CARUSO 5 – Forse per la prima volta in stagione, Willy chiude la partita senza mai dare l’impressione di essere decisivo. Giusto un gran lampo, una stoppata su Abdur Rahkman, arrivata però dopo uno 0 su 2 ai liberi. Per il resto, piccolo cabotaggio in un’area dove la palla arriva con il contagocce e la miseria di un solo rimbalzo finito tra le sue mani. Nel finale due errori che costano carissimo, una infrazione di passi e un tiro sbagliato da vicinissimo: gli lasciamo il beneficio del dubbio sulle decisioni arbitrali, ma anche l’ultimo colpo gli è rimasto in canna.

OWENS 5 – Nella serata in cui coglie 9 rimbalzi, mai così tanti da quando è a Varese, dà però l’impressione di essere un pesce fuor d’acqua. Chiamiamolo “cartavelina”, sia per il peso in chilogrammi sia per l’impatto sulla partita: al di là di qualche azione in cui mette timore ai tiratori minacciando la stoppata, non riesce a rendersi utile né da un lato del campo né dall’altro. E la sua buona valutazione (17) viene vanificata dal plus-minus di -15.

JOHNSON 8 – Possiamo muovergli un solo appunto: il nervosismo che affiora nel secondo quarto – guardacaso quello in cui non fa canestro – e dirompe nel terzo quando si becca un fallo tecnico che poteva essere decisivo. Per il resto però, è da applauso a scena aperta tipo “prima della Scala”: sfida ogni avversario diretto scegliendo sempre il momento giusto per attaccarlo, gioca senza paura, trascina la Openjobmetis nella rimonta a fari spenti. Sette rimbalzi, 8 su 11 da tre. Un leone. Che giocatore.

Matt Brase ammette: “Troppi errori nel secondo quarto”

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Dicembre 2022
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