Dagli occhiali ai gioielli: l’arte si impara sui banchi di scuola
Tra i percorsi formativi che permettono l’ingresso diretto nel mondo del lavoro, le scuole varesine offrono due opzioni in settori molto sfidanti
Nicchie formative, un ottimo investimento per il futuro. Nel mondo del lavoro, oggi più che mai, si comincia ad essere più selettivi, a puntare sulla specializzazione in competenze di nicchia. I cambiamenti sociali e il progresso della tecnologia hanno già da tempo reso necessaria la presenza di nuove figure professionali in grado di rispondere alle esigenze del mercato. E’ fondamentale, in questo senso, operare scelte formative strategiche che agevolino l’ingresso nel mondo del lavoro.
Vederci chiaro sul futuro: arti ausiliarie delle professioni sanitarie
Controllano la vista, misurano miopia o presbiopia, realizzano su misura gli occhiali che correggono i difetti di vista. Sono gli ottici, all’interno di un negozio o in un laboratorio, e sono in grado di realizzare lenti graduate di correzione dei difetti visivi. La professione si impara sui banchi di scuola.
A Varese, unico in tutta la provincia, il percorso di studio è all’istituto Einaudi di via Bertolone: Arti ausiliarie delle professioni sanitarie – Ottico.
In cinque anni, gli studenti vengono preparati per affrontare l’esame di abilitazione richiesto diventare ottico: «È sempre l’Einaudi che offre gli esami di abilitazione sia ai propri studenti sia a esterni – spiega la dirigente Samatha Emanuele – Il percorso, ormai avviato con successo da 10 anni, è strutturato così da consentire ai diplomati di affrontare subito l’esame di abilitazione per poi poter entrare immediatamente nel mondo del lavoro».
Il corso di studio è di 5 anni e offre una preparazione molto centrata sulla parte professionale: «Oltre alle materie generali di tutti i corsi superiori – racconta ancora la dirigente – si affrontano ambiti specifici: discipline sanitarie, di benessere visivo come optometria, contattologia. E, ancora, laboratorio di oftalmologia e quello di ottica applicata con la compresenza del docente di fisica pratica».
La figura in uscita è, dunque, già pronta per entrare in negozio, a disposizione della clientela che ha bisogno di lenti correttive, gestendo tutta la filiera da quella più tecnica a quella più gestionale.
È in grado, dunque, di lavorare direttamente in laboratorio, di realizzare lenti o assemblare di occhiali, grazie alle sue conoscenze nel campo della fisica applicata: «I nostri ragazzi svolgono stage di diverso tipo. Sono anche stati in ospedale, al fianco dell’oculista, per effettuare gli screening del glaucoma. Sono stati al MIDO, la principale fiera dell’occhiale – racconta la dirigente Emanuele – Siamo nella “ Scuola ottica in rete “ e nostri professori sono tutti professionisti del settore. Con i fondi che arriveranno dal PNRR, innoveremo i nostri laboratori, dotandoli delle strumentazioni aggiornate così da aumentare ulteriormente la preparazione dei nostri diplomati».
Il mercato del lavoro viene definito “vivace” e c’è attenzione tra gli operatori del settore : «A questo corso si iscrivono in uguale percentuale sia ragazze sia ragazzi. In genere sono molto motivati. Noi, comunque, offriamo sempre supporto e percorsi personalizzati per contrastare l’abbandono scolastico. Al termine del percorso, e una volta ottenuta l’abilitazione, non hanno difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro».
Gioielli: non è solo questione di creatività
Estro, originalità ma anche tanto mestiere: realizzare gioielli non è solo questione di creatività. Lo sanno bene gli studenti del percorso “Operatore alle lavorazioni dell’oro e dei metalli preziosi” della sede di Gallarate dell’Agenzia Formativa di Varese.
In tre anni, i ragazzi imparano a ideare, disegnare e realizzare un gioiello. Possono anche proseguire negli studi per ottenere, oltre alla qualifica professionale, il diploma di tecnico professionale che apre ulteriori porte di specializzazione in un settore davvero particolare: «Alle materie curricolari generali – racconta la coordinatrice del corso Mariangela Merola – questi studenti apprendono la progettazione in 3D e poi la parte manuale di realizzazione. Il monte ore settimanale varia perchè, mentre in prima è di circa 30 ore di cui il 30% dedicato alle materie di indirizzo, al secondo e terzo anno c’è una parte cospicua delle 990 ore dedicate al tirocinio formativo: 300 ore al secondo anno e 400 al terzo anno».
Le materie di indirizzo spaziano dal disegno e tecnologia orafa, all’incisione, fino alla sicurezza del lavoro: «Il mercato cerca queste figure – assicura il responsabile del corso di Gallarate Ivan Cardaci – Assistiamo a una forte ripresa del settore e abbiamo richieste per avviare collaborazioni e tirocini, che sono poi la porta d’ingresso nel mondo del lavoro. Questa figura è complessa: offre la capacità artigianale del fare unita alle conoscenze delle tecniche 3D di progettazione, senza dimenticare la parte creativa. Per questo, la preparazione apre anche ad altre opportunità nel mondo della moda. È un percorso a cui i ragazzi si appassionano perchè le attività di laboratorio sono davvero stimolanti».
In laboratorio i ragazzi hanno a disposizione ottone, rame e alpacca per tradurre in monili concreti le creazioni che disegnano e realizzano in 3D. Chi si iscrive a questo percorso ha spesso le idee chiare: « Se arrivano dalla scuola media è perchè lo hanno scelto negli incontri di orientamento – commenta il responsabile Cardaci – però arrivano anche altri studenti, magari dopo un lavoro di riorientamento da altri corsi. E per loro è una scoperta interessante. Noi oggi abbiamo un corso con 19 studenti, un numero anche superiore ai posti a disposizione che sono sempre tarati alle postazioni in laboratorio. Abbiamo rapporti con laboratori, gioiellerie o aziende orafe sia a Varese, sia a Milano sia in Piemonte. I nostri ragazzi sono apprezzati proprio per la loro preparazione completa».
Al corso si iscrivono sia ragazze sia ragazzi: « È proprio un rapporto in equilibrio – evidenzia la coordinatrice – ci sono stati alcuni anni dove abbiamo registrato una netta prevalenza maschile. Ma ora siamo tornati ad avere la parità».
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