Per gli scioperi alla Gls di Brunello 24 lavoratori rinviati a giudizio
I fatti risalgono all’autunno di quattro anni fa. I rilievi della difesa: “Fatti che non costituiscono reato”
“Blocco stradale“ e “manifestazione non autorizzata“: sono i reati per i quali i lavoratori di un’azienda di spedizioni di Brunello sono stati chiamati a rispondere dal giudice per l’udienza preliminare di Varese che ha rinviato a giudizio 24 che parteciparono agli scioperi avvenuti nell’autunno 2018.
Nell’ottobre di quattro anni fa difatti alla “Gls“, nell’area industriale del paese alle porte del capoluogo si tennero sciopero sotto forma di “picchettaggio” fuori dallo stabilimento (nella foto). L’azione sindacale, mossa dai Cobas, generò tensioni che sfociarono nell’arrivo dei carabinieri e di mezzi sanitari per il malore accusato da parte di uno dei manifestanti.
Una situazione tesa che ha portato i militari a generalizzare i partecipanti allo sciopero e a trasmettere gli atti alla Procura di Varese. Da qui l’attivazione del procedimento penale e la contestazione di “blocco stradale“ e “manifestazione non autorizzata“ che porteranno i 24 lavoratori di fronte al giudice monocratico di Varese nella prossima primavera.
Per l’avvocato Eugenio Losco del foro di Milano, esperto di diritto del lavoro e sindacale che difende una dozzina di imputati (tra i difensori c’è anche l’avvocato varesino Monica Andreetti), le accuse sarebbero prive di fondamento. «Non si può confondere la manifestazione non autorizzata per uno sciopero, che come è noto non necessita di preavviso se non per servizi pubblici essenziali. Addirittura la giurisprudenza ammette scioperi a sorpresa, quindi l’applicazione dell’articolo 18 del tulps (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che a quell’articolo disciplina la manifestazione non autorizzata ndr) non si può applicare».
Poi la questione del «blocco stradale», che anche in questo caso secondo l’avvocato è un fatto «che addirittura non integra più un reato ma un fatto punibile con sanzione amministrativa quando viene effettuato non attraverso l’uso delle coso ma solo tramite il proprio corpo. È reato di blocco stradale fermare il traffico con delle barricate, ma non mettendosi in mezzo alla strada col proprio corpo, che secondo la legge viene punito con sanzione amministrativa. Ma quello di cui sto parlando è comunque un’ipotesi di scuola nel fatto contestato: i dipendenti della Gls non stavano effettuando un blocco stradale: erano all’ingresso di un’area privata e in prossimità del sito lavorativo, non in mezzo ad una pubblica via».
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