La Cittadella dello sport di Gallarate è pronta a partire
Via libera al progetto esecutivo del piano che prevederà la costruzione di un campo da calcetto e uno multifunzionale, un’area ludica, una Club House per accoglienza e spogliatoi e i parcheggi
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Oggi è un grande prato incolto, nel 2024 diventerà la cittadella dello sport di Gallarate. È infatti pronto a partire il lavoro che – in due lotti – porterà al rifacimento dell’area intorno e all’interno dello stadio Azzurri d’Italia fino al Parco delle Azalee.
L’amministrazione comunale ha infatti dato il via libera al progetto esecutivo del piano che prevederà la costruzione di un campo da calcetto e uno multifunzionale, un’area ludica, una Club House per accoglienza e spogliatoi e i parcheggi.
«Questo primo lotto vedrà l’aggiudicazione entro marzo e i lavori dureranno circa un anno –spiega l’assessore Claudia Mazzetti– per un investimento complessivo di un milione e mezzo di euro finanziato con i fondi del PNRR”. L’assessore sottolinea anche ciò che non si vedrà ma che è importante: «Tutta la struttura sarà a impatto zero. Sopra la club house un impianto fotovoltaico produrrà tutta l’energia necessaria e l’intero intervento sarà a zero invarianza idraulica. Questo vuoi dire che l’acqua piovana verrà raccolta in pozzi perdenti e rilasciata direttamente sul posto, senza andare ad appesantire le fognature. In più sono previste barriere fonoassorbenti a protezione dei palazzi vicini».
Questo lotto verrà poi affiancato da un secondo, sempre nel perimetro del PNRR, che vedrà il rifacimento della pista di atletica e la ristrutturazione degli spalti per il pubblico. «In questo caso l’intervento è di un milione di euro, del quale 750.000 saranno solo per la pista», precisa Mazzetti. Anche in questo caso il progetto esecutivo è in dirittura d’arrivo e il cantiere dovrebbe accavallarsi con l’altro.
«Il ringraziamento di tutta l’amministrazione va ai nostri uffici tecnici –commenta l’assessore al bilancio, Corrado Canziani– perché in questi anni abbiamo portato 40 milioni di contributi e abbiamo il problema di metterli a terra. Cosa che riusciamo a fare solo grazie al loro lavoro. Una notazione di merito è obbligata e doverosa. Poi le opposizioni dicono che non abbiamo visione, ma mi sembra che questo è l’esempio che la abbiamo».
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