La collezione 1982-2022 del Museo d’Arte di Mendrisio
Gli spazi espositivi celebrano i 40 anni di attività con una mostra ben selezionata e rappresentativa, della collezione del museo
Se non fosse che l’ingresso per questa mostra è completamente gratuito, varrebbe comunque la pena di visitare una delle più importanti e curate sedi espositive ticinesi, che ha da poco compiuto 40 anni, essendo stata inaugurata nel settembre 1982.
L’esposizione in corso si concluderà il prossimo 29 gennaio, mostrando una piccola parte, ma ben selezionata e rappresentativa, della collezione del museo, dovuta all’impostazione promossa dalla nuova direttrice Barbara Paltenghi Malacrida. In questo luogo il visitatore è abituato alla qualità, in virtù anche di ambienti particolarmente accoglienti ed adatti, costituiti dall’ex chiostro di un monastero, ma non solo; si vede che tutto è condito con tanta passione.
C’è un po’ di tutto, dal Seicento all’arte contemporanea, sia perché la collezione è ricca di autori, sia perché appare una scelta precisa quella di voler privilegiare la selezione delle opere rispetto alla selezione degli artisti. Ci sono i nomi altisonanti, che come in ogni buona collezione attirano, ma a volte, ed è anche questo il caso, l’occhio finisce per cadere altrove. Ci sono Carlo Carrà, Renato Guttuso, Max Huber, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico ed altri. Ma l’occhio cade più facilmente su artisti meno noti, spesso nativi della Svizzera italiana e sicuramente degni di nota.
È il caso ad esempio di Renzo Ferrari (immagine in figura) un pittore nativo di Cadro, alla periferia di Lugano, ma strettamente legato all’Italia per aver studiato a Milano, in particolare a Brera, e per aver operato a lungo nel capoluogo lombardo. È il caso di Edmondo Dobrzanski (1914-1997), un pittore naturalizzato ticinese che in effetti, pur poco noto al grande pubblico, è stato un artista di livello internazionale, dopo aver studiato a Brera. Dobrzanski ha soprattutto la caratteristica di utilizzare il nero come colore emotivo, con l’effetto di creare opere matericamente molto scure, eppure piene di una grande luce.
Più di tutti è il caso di Giovanni Genucchi (1904-1979) uno scultore di grande qualità che è poco noto per aver vissuto in Valle di Blenio, una zona interna del Canton Ticino, dove ha fatto anche l’agricoltore. Per vedere bene Genucchi e facilmente innamorarsi della sua scultura, visto che a Mendrisio c’è forse un solo pezzo, bisogna visitare Il Deposito Matasci, a Riazzino, nei pressi di Locarno. Ne vale assolutamente la pena.
Museo d’Arte di Mendrisio
Piazzetta dei Serviti, 1, Mendrisio (Svizzera)
Ingresso gratuito per questa esposizione
Orari: Martedì-venerdì 10-12 /14-17. Sabato, domenica e festivi 10-18. Chiuso il 24-25 dicembre e 1° gennaio.
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