Dopo quattro anni di restauri apre casa Macchi, il nuovo bene del FAI a Morazzone
Domenica 18 dicembre porte aperte al nuovo bene del Fondo Ambiente Italiano sul territorio del Varesotto. Una casa-museo testimonianza di un'altra epoca che per il paese diventa fulcro di un nuovo sviluppo turistico ed economico
Un nuovo bene del Fai-Fondo Ambiente Italiano per la provincia di Varese. Domenica 18 dicembre apre ufficialmente al pubblico Casa Macchi a Morazzone. Dopo quattro anni di restauro, la casa-museo donata alla fondazione, è pronta ad accogliere i visitatori.
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Dopo il Monastero di Torba a Gornate Olona, Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno, la Torre e la pensilina del Tram a Velate e Villa e Collezione Panza a Varese, ecco dunque una nuova realtà, preziosa dal punto di vista culturale, storico e sociale da scoprire e che ricorda il primato della nostra provincia, quella con più beni dei Fai sul territorio.
Domani, sabato 17 dicembre, ci sarà il taglio del nastro con l’apertura a tutta la cittadinanza di Morazzone, il cui ingresso sarà sempre gratuito, mentre domenica 18 dicembre l’apertura ufficiale al pubblico.
Un restauro, quello di Casa Macchi, possibile grazie ad un percorso di collaborazione tra pubblico e privato. Nel 2017 è stato firmato un accordo di programma da Regione Lombardia – grazie all’allora Presidente Roberto Maroni – che ha finanziato i lavori, con il Comune di Morazzone e il FAI, e a cui in seguito si è aggiunta la Provincia di Varese, che non solo ha portato al restauro della casa, ma anche alla riqualificazione e alla rivitalizzazione del centro storico del paese, con il rifacimento della facciata della Chiesa Parrocchiale e la realizzazione di un ampio parcheggio.
Casa Macchi assume così un valore strategico per il piccolo paese del Varesotto che oggi ha tutte le potenzialità per diventare il fulcro di strategie turistiche e commerciali. Basta pensare al fatto che si trova sul tracciato della Via Francisca e già per la giornata di domani è stata organizzata una camminata che porterà i pellegrini proprio in questa vecchia casa lombarda.
«Una rigenerazione urbana in tempi ante litteram, possibile grazie ad una proficua collaborazione tra enti. Ma non solo – sottolinea il sindaco Maurizio Mazzucchelli -. L’apertura di Casa Macchi porta a delle ricadute sul territorio, a partire dal suo Emporio che permette di riavere in una realtà come la nostra una piccola attività commerciale. Un negozio d’altri tempi, con prodotti del territorio e l’idea è quella di creare il marchio “Made in Morazzone”, proprio per sottolineare il valore dei nostri prodotti».
E ancora: «Come amministrazione siamo felici di governare e di essere parte di questa grande macchina che è stata mossa dal Fai ed è per questo che credo sia importante fare rete anche con i comuni vicini per andare a promuovere e valorizzare le bellezze del nostro territorio. Inoltre, abbiamo fin da subito coinvolto la cittadinanza di Morazzone e i suoi alunni che, anche grazie alla collaborazione del Fai, sono diventati i Ciceroni delle visite guidate a Casa Macchi. Un passaggio importante, perché significa coinvolgerli in prima persona e fargli capire l’importanza e il rispetto verso questi luoghi. Da quelle visite è nato anche un libro fatto su misura per loro». Il sindaco di Morazzone cita poi un altro libro già a disposizione di chi vorrà approfondire le storia del comune e conclude: « Questa inaugurazione è l’inizio di un percorso, volto a tramandare tradizioni e cultura».
A sottolineare l’importanza di Casa Macchi è stato poi il presidente del FAI Marco Magnifico che ha aperto la conferenza stampa con queste parole: «Nessuna altra casa, tra le tante che ho avuto la fortuna di prendere per mano moribonde per accompagnarle a nuova vita, ha svelato con tanta virginea delicatezza e con la timidezza dignitosa di chi teme di non meritare l’attenzione altrui i propri segreti, le proprie storie, i propri tesori. Un esempio tra i più virtuosi di quella auspicata, talvolta difficile, in questo caso perfetta collaborazione fra tre enti pubblici – Comune, Provincia, Regione –, un ente privato – il FAI – e una semplice ma visionaria cittadina, che assieme anche a Fondazione Cariplo hanno sognato, collaborato e costruito un grande progetto per l’esclusivo beneficio della collettività».
Presente anche l’assessore di Regione Lombardia Stefano Bruno Galli che ha sottolineato come Casa Macchi permetta di “entrare in una macchina del tempo che riporta allo spirito di quello che è stata la nostra provincia”, per poi ricordare l’importanza di investire nella tutela del patrimonio. Il presidente della Provincia di Varese, Emanuele Antonelli ha invece sottolineato la volontà dell’ente di partecipare ad un progetto così importante, da tanti punti di vista.
La provincia di Varese dunque, arricchisce il suo patrimonio di un nuovo bene del Fai: «In provincia di Varese abbiamo sei beni, tre nel comune di Varese e questo è un record assoluto. Così come il numero dei beni Unesco in questo territorio, anche in paragone ai numeri di livello nazionale. Il risultato di un eccellente lavoro tra pubblico e privato, molto positivo», sottolinea Marco Di Luccio, direttore dei beni del Fai, che conclude la conferenza annunciano che presto, a Casa Macchi, verranno fatte delle visite guidate anche in dialetto lombardo.
LA CASA MACCHI A MORAZZONE
Casa Macchi è una tipica dimora borghese di provincia, che si è conservata intatta per centocinquanta anni e che Maria Luisa Macchi, unica e ultima proprietaria, ha lasciato per testamento alla Fondazione nel 2015, con una generosa dote necessaria ai restauri e alla gestione, perché divenisse “un museo vivo che dia lustro a Morazzone”. Oggi entrando a Casa Morazzone si può notare la bellezza della struttura e i moltissimi oggetti e dettagli presenti, lasciati volutamente come sono stati trovati.
Come spiegato da coloro che per quattro anni hanno lavorato al restauro, oggi Casa Macchi è la testimonianza di uno spaccato straordinariamente integro e autentico della vita di una tipica famiglia borghese. I visitatori potranno quindi ammirare le stanze della casa, il giardino, il portico e la veranda che nella loro semplicità, diventano testimoni di un’epoca oramai finita. Girando per le stanze ci sono orologi a pendolo, riviste, vasi, coperte, quadri, bicchieri e moltissimi altri oggetti che oramai sono in disuso nella quotidianità, ma che ricordano le abitudini di una volta.
«Casa Macchi apre al pubblico dopo quattro anni di lavori: è stato il più complesso cantiere di restauro diretto dalla Fondazione, che ha coinvolto centinaia di professionisti, dagli strutturisti agli storici. – commenta Daniela Bruno, Vice Direttrice Generale FAI per gli Affari Culturali -. La casa aveva il tetto da rifare, diversi soffitti crollati, umidità sulle pareti, i mobili completamente tarlati e i tessuti logori e strappati. Bisognava mettere mano ovunque, ma lasciare tutto com’era, per non cancellare l’autenticità di un contesto integro, in cui stanno il valore culturale, e anche il fascino, di questo luogo. Tutto è stato conservato: restaurato, o talvolta solo pulito. Sono stati conservati le macchie sui soffitti e le crepe nelle pareti, le mancanze, le rotture o gli strappi negli arredi e nei tessuti, i vecchi rubinetti e gli interruttori in porcellana, e perfino i segni della polvere impressi dai centrini di pizzo. Nulla è cambiato, ma il cantiere ha interessato ogni singola cosa, dal giardino al soprammobile: perché ogni singola cosa, unita alle altre, fa Casa Macchi».
I LAVORI DI RESTAURO
Il tetto è stato completamente rifatto, così come gli impianti, idraulico ed elettrico, per l’adeguamento degli spazi alla fruizione del pubblico, nella nuova funzione di casa-museo. Quattrocento metri quadri di soffitti sono stati ricostruiti, duecento serramenti recuperati, mille e cinquecento medoni in cotto sono stati sollevati, per isolare i pavimenti, e riposizionati esattamente dov’erano; dove è stato necessario integrare o ricostruire, sono stati scelti materiali di recupero, dai coppi ai materassi, dalle mattonelle ai caloriferi, per un restauro nel pieno spirito del luogo, ma anche attento alla sostenibilità contemporanea.
Oltre duemila pezzi, tra mobili e oggetti, sono stati catalogati, di cui trecento documenti, digitalizzati e studiati, dalle lettere alle cartoline, dalle pagelle scolastiche all’inventario del corredo. Tutto è stato fotografato in ogni fase e ripreso in ore e ore di video girati che documentano lo stato originario della casa, ma anche il lavoro fatto: originale e sofisticato, minuzioso e delicatissimo, altamente professionale e sinceramente affettuoso.
L’ingresso a Casa Macchi avviene da un negozio aperto in Piazza S. Ambrogio, inaugurato lo scorso dicembre, che è stato realizzato dal FAI, grazie a Fondazione Cariplo, dov’era una bottega storica di pertinenza della casa, che aveva chiuso quarant’anni fa come i tanti negozi che ancora alla metà del Novecento animavano la vita del paese. L’Emporio di Casa Macchi oggi vende generi vari a servizio della comunità, dai cereali alle caramelle, dai saponi sfusi ai libri di seconda mano, in nome di un’etica contemporanea che rievoca le buone abitudini di un tempo.
La visita alla casa e al giardino è libera, introdotta da un video racconto con proiezioni immersive che si svolge nella vecchia scuderia, affidato alla voce di Lella Costa. Una serie di podcast gratuiti accompagna la visita, realizzati dai professionisti del FAI che hanno curato i lavori e dagli studenti del Corso di Storia e storie del mondo contemporaneo (Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate) dell’Università dell’Insubria con cui la Fondazione ha stretto un accordo per la valorizzazione di Casa Macchi finanziando anche due borse di studio per la ricerca grazie al sostegno di Fondazione Cariplo. Saranno organizzate anche visite guidate di approfondimento sulla storia della casa, per scoprirne le curiosità ancora nascoste negli armadi e nei cassetti, e con intermezzi in dialetto varesotto.
LE INFORMAZIONI
Casa Macchi – Piazza Sant’Ambrogio 2, Morazzone (VA)
Giorni e orari di apertura:
Casa Macchi apre al pubblico da domenica 18 dicembre.
Il Bene è visitabile dal giovedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18.
Aperture speciali: 24 dicembre dalle ore 10 alle 13; 26 dicembre dalle ore 10 alle 18.
Giorni di chiusura per festività: 25 e 31 dicembre, 1 gennaio.
Biglietti di ingresso (comprensivo di visita a Casa Macchi in autonomia e visione del video multimediale):
Intero: 7 €; Ridotto (6-18 anni) e Studenti fino ai 25 anni: 4 €; Bambini fino ai 5 anni ingresso gratuito; Iscritti FAI, Residenti del Comune di Morazzone, persone con disabilità e accompagnatore e altre convenzioni ingresso gratuito; Famiglia (ingresso per gruppi famigliari composti da 2 adulti e 2 o più bambini dai 6 ai 18 anni) € 17.
Possibilità di visite guidate – a pagamento – il sabato e la domenica alle ore 15. Prenotazione consigliata.
Per informazioni:
Tel. 0332 1821610; Email: faicasamacchi@fondoambiente.it
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