Ross si traveste da Babbo Natale. Jaron stavolta non colpisce
Il play disputa un overtime clamoroso e redime gli errori precedenti. Ancora bene Brown, brilla Librizzi. Johnson invece stavolta si inceppa
![Openjobmetis Varese - Pall. Trieste 104-99 d. t. s.](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2022/12/caricamento-temporaneo-per-contributo-1671393166rzt1ct6zxwicnaiu-1360922.610x431.jpg)
ROSS 7,5 (IL MIGLIORE) – Ancora una volta diventa decisivo nell’ultimo tratto di gara. Gioca un tempo supplementare che ha il profumo della redenzione: 10 punti nei 5′ più complicati e decisivi della serata senza sbagliare praticamente nulla. Il contrario di quanto fatto prima, perché sono un paio di sue palle perse e scelte capovolte che danno a Trieste i palloni e il coraggio di imbastire la risalita. Però, dai. 27 alla fine, 9 falli subiti, 31 di valutazione. Babbo Natale.
MVP Confident anche per i lettori della nostra #direttavn.
WOLDENTESAE 6,5 – Brase non lo toglie praticamente mai dal campo e probabilmente per questo motivo arriva nell’ultimo periodo con la vista più annebbiata di uno con la cataratta. Prima, quando è ancora fresco, si inventa due-tre prodezze notevoli ad alto coefficiente di difficoltà, direbbero i commentatori dei tuffi. Termina anzitempo la gara per cinque falli quando, proprio, non ne ha più, diventando vulnerabile anche in retroguardia.
DE NICOLAO 6,5 – Appena 9′ sul campo sui 45′ totali, nonostante un impatto sulla partita stavolta davvero positivo. Si scrolla di dosso i fantasmi di Pesaro infilando proprio quella tripla che era mancata sull’Adriatico, gestisce con attenzione la palla e sprizza difesa quando ha l’occasione di farlo. Però poi Brase lo mette a sedere sul “pino” e lo lascia lì a rosolare anche quando servirebbero fosforo e garretti per tenere a bada gli avversari.
LIBRIZZI 7 – I complimenti pubblici in sala stampa da parte dell’allenatore sono pienamente meritati. “Libro” sta in campo, da entrambe le parti del terreno di gioco, con il piglio migliore. Segna quando ha la palla buona, morsica le caviglie agli esterni triestini, scippa con gran scelta di tempo un pallone dalle mani di Ruzzier. Talmente veloce, nella circostanza, che gli addetti alle statistiche non mettono la palla rubata sul tabellino… sveglia!
FERRERO 6 – Tripla, liberi, rimbalzi: quando ha spazio si fa notare anche perché i mezzi lunghi triestini sono più lenti di lui. E il Gianca li infila d’esperienza.
La Openjobmetis gioca col fuoco ma alla fine “brucia” Trieste al supplementare
BROWN 7 – Ha ancora in tasca qualcuna delle straordinarie cartucce sparate nelle ultime due partite, mischiata purtroppo a qualche miccetta bagnata: 6 su 15 dal campo compresa una tripla del possibile +10, piedi per terra, che ci avrebbe tolto l’evitabile infarto multiplo finale. Transeat: per il resto rimane il baluardo biancorosso per eccellenza, perché infila 20 punti, carica di falli chiunque abbia la maglia rossa addosso e ha il gran merito di trovare la penetrazione a destra per l’88 pari. Quando tutto, ormai, sembrava perduto. Brown Sugar!
CARUSO 6,5 – Copre bene il campo negli scarni 13′ in cui ha la possibilità di farlo. Problemi di falli, fiducia in Owens, scelte della panchina non del tutto comprese almeno da parte nostra, lo tengono seduto più spesso del solito. Willy va comunque in doppia cifra e si guadagna un coro personalizzato dalla curva. Una ra ri tà.
OWENS 6,5 – Da “cartavelina” come lo abbiamo chiamato sette giorni fa senza neppure un grande sforzo di fantasia, diventa “Penelope” per come fa e disfa nel giro di dieci secondi. Dalla sua ha i numeri, e non è poco viste le partite precedenti: 14 punti, 7 rimbalzi e qualche stoppata che i rilevatori – forse sintonizzati su Argentina-Francia – non vedono e non segnalano. Tra quel che non va, la continua difficoltà a tenere la palla con forza tra le mani e soprattutto il dilemma difensivo. Esco, non esco, cambio, vado incontro, indietreggio. Nel frattempo, qualcuno di Trieste ha già fatto canestro. Allenatori, dategli una mano.
JOHNSON 5 (IL PEGGIORE) – Dà l’illusione di potersi accendere da un momento all’altro, e invece è come quelle luminarie che in fin dei conti non illuminano un tubo. Capita, ci mancherebbe, e tutto sommato va bene che la serata “no” di Nino arrivi in una partita dove comunque gli altri fanno canestro. Per l’uomo-treccia appena 2 su 10 al tiro, appena due liberi tentati, appena tre rimbalzi in 35′. Deficit, questa volta.
Il sollievo di Matt Brase: “Bravi a restare uniti nel momento decisivo”
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