“Non date mai niente per scontato”. A Varese il film sulla Whirlpool di Napoli
Il film diretto da Gianfranco Pannone è stato proiettato al Cinema Nuovo all'interno della rassegna di Filmstudio 90 in collaborazione con la Cgil Varese
“Non dare mai nulla per scontato”
Una serata con al centro il tema del lavoro. Al Cinema Teatro Nuovo di Varese c’è stata la proiezione di “Via Argine 310”, il film diretto da Gianfranco Pannone sulla vicenda degli ex operai Whirlpool di Napoli – Ponticelli con la voce narrante di Alessandro Siani e le musiche originali di Daniele Sepe.
Terza serata per la Cgil di Varese in collaborazione con Filmstudio 90. A presentarla insieme a Giulio Rossini è stato il segretario Daniele Bandi: «Abbiamo voluto essere nella rassegna. Un posto nel mondo con tematiche del lavoro per stare in un filo rosso che unisce tante proposte: i diritti. La difesa dell’occupazione non è una questione solo sindacale, ma riguarda tutti i cittadini. In un mondo connesso e globale, decisioni prese dall’altra parte del mondo influiscono nella vita di ognuno. Oggi non basta solo parlare di lavoro, ma dobbiamo batterci per un lavoro dignitoso. Spesso questo non è sicuro ed è precario».
Massimiliano del Comitato Whirlpool Napoli non molla (https://www.facebook.com/groups/553687718494445/?ref=share) ha preso parte alla serata in collegamento telefonico: «Il film racconta la fraternità tra gli operai durante una vertenza che ha visto passare quattro diversi ministri del lavoro. Dopo la lettera di licenziamento oggi beneficiamo tutti della Naspi, l’indennità di disoccupazione. Il 14 dicembre abbiamo un incontro al Mise per conoscere quale sarà il futuro della fabbrica. Dopo questi tre anni di lotta in settembre abbiamo raggiunto un accordo, anche perché il Consorzio che doveva rilevare la proprietà ha chiesto tempo».
Anche il regista Gianfranco Pannone (qui l’intervista) ha preso parte alla serata in collegamento telefonico a causa di una influenza. Giulio Rossini lo ha intervistato sulla genesi del film. «Proiettare il mio lavoro a Varese ha un valore doppio perché li c’è l’azienda che ha dato origine a tutto. Il film riprende temi conosciuti a Napoli e nasce grazie ad Alessandro Siani, che conosceva per ragioni familiari la storia dell’Alfa Sud. Ci ho messo grande entusiasmo e mi sono messo in ascolto per fare un film con e non su qualcosa. Hanno combattuto tre anni, io ho seguito l’ultimo. Una battaglia di principio importante dove la città operaia di Napoli ha deciso di far uscire l’orgoglio con una coscienza politica e sindacale. Mi sono rifatto alle pagine di Ermanno Rea, “La dismissione”. È una storia drammatica perché Napoli non è Varese o Milano. Perdere il posto di lavoro dove c’è una forte presenza della camorra non è facile. Nella battaglia gli operai hanno riscoperto la solidarietà tra loro e la forza di non mollare. Per ora hanno perso il posto di lavoro ma hanno vinto la battaglia civile. Era meglio non succedesse però questo ci trasmette aspetti centrali nella vita. Non bisogna dare mai nulla per scontato».
«La solidarietà – ha raccontato un delegato della FIOM della Whirlpool – è una prassi e per noi di Varese ha significato stare a fianco dei colleghi di Napoli. Questa è la nostra lotta e malgrado sono passati quattro ministri nessuno si è davvero preoccupato. Oggi Whirlpool ci comunica che vuole lasciare l’Europa. Noi diciamo con forza che non gli lasceremo la fabbrica».
Il film inizia con le voci di operaie e operai che raccontano la propria condizione. Ha proprio ragione Alessandro Siani quando interviene nel cortile dell’azienda e parla dei suoi ricordi come figlio di operai dell’Alfa Romeo. “Sono i dettagli a far capire la condizione delle persone”.
E il regista alterna con cura le storie di alcuni dei trecento lavoratori. “Il giorno si combatte ma la notte è buia, è come sentirsi traditi senza una ragione”. “Ho ancora il mutuo da pagare e a 46 anni non mi danno più lavoro. Si può cadere in mano alla camorra”.
Da quei primi piani il tempo scorre e i settanta minuti del film passano seguendo le varie fasi dell’ultimo anno delle battaglie dei lavoratori. Si parla di dignità, di etica del lavoro, di solidarietà. “Oggi primo maggio non possiamo festeggiare il lavoro, ma una cosa sì: l’amicizia che è nata tra di noi”.
E con queste immagini partono i titoli di coda di un docufilm importante che mette al centro i valori e non solo gli aspetti economici. Un lungo racconto corale che parla a tutti e come ha messo in luce il regista non riguarda solo i lavoratori di Napoli.
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