Torture al Beccaria, in manette il giovane già condannato per il garage degli orrori delle Bustecche
Il ragazzo, arrestato ancora ad ottobre in un'inchiesta sulla crew dei trapper Simba La Rue e Baby Gang, ha oggi 18 anni ed è finito in manette con l'accusa di aver abusato di un quindicenne al carcere minorile
Era stato condannato per le lesioni inflitte a un ragazzino nell’autunno del 2018 a Varese, in un garage delle Bustecche. Una brutta storia di vessazioni, violenza scaraventata sui social e di tortura, col triste primato della prima contestazione in sede giurisdizionale ad un “civile” del reato di tortura (codificato in origine per colpire un abuso di potere violento da parte delle forze dell’ordine) che colpisce chiunque “con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata“.
Storia tra minori aguzzini e vittime che si è ripetuta l’estate scorsa al carcere minorile Beccaria di Milano dove il giovane di origini ivoriane ora diventato maggiorenne è stato arrestato perché accusato di aver abusato sessualmente e torturato in cella un giovane detenuto egiziano che agli inquirenti ha spiegato di aver rivissuto le vessazioni patite durante l’arrivo in Italia da parte dei trafficanti di uomini.
Una storia dell’orrore per questo giovane che se le accuse verranno confermate è stato, già all’età di 15 anni, due volte sottoposta a violenze indicibili.
Un salto nel buio per il sospettato che oltre al caso di Varese, è stato poi arrestato ancora ad ottobre in un’inchiesta sulla crew dei trapper Simba La Rue e Baby Gang
Nell’interrogatorio di garanzia ieri l’altro l’arrestato ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere: nell’ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Guido Salvini, su richiesta del pm Rosaria Stagnaro e nelle indagini della Squadra mobile gli vengono contestatetortura, violenza sessuale e lesioni, mentre sui due presunti complici minori procede il Tribunale per i minorenni.
La sera del 7 agosto, si legge negli atti riportati dall’Ansa, “avvicendandosi nella sorveglianza della porta della cella e nell’inflizione delle sevizie”, dopo aver sorpreso la vittima “nel sonno” durante il cambio turno del personale penitenziario, i tre avrebbero sottoposto il 17enne ad una serie di abusi sessuali, con morsi e anche una sigaretta spenta sul volto. La vittima delle violenze ha messo a verbale che “quanto patito gli aveva fatto riaffiorare alla mente i maltrattamenti subiti durante il viaggio affrontato dalla Libia per raggiungere l’Italia”.
Il gip fa presente che il 18enne, arrivato in Italia quando aveva 12 anni, “è già stato condannato per i reati di rapina, tentata estorsione e minaccia” e fa parte “con il ruolo di gregario violento, della banda di trapper”. E ha dimostrato “una elevata crudeltà nell’usare violenza e nel procurare atroci sofferenze”. Il giovane ha detto solo che lavora nel campo degli eventi musicali e della sicurezza per Simba La Rue.
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