È ancora allarme virus sinciziale tra i bambini: “Occupati tutti i letti delle pediatrie”
Il professor Massimo Agosti, Direttore del Dipartimento della Donna e del Bambino all'ospedale Del Ponte di Varese, fa il punto della situazione
«Siamo al plateau. Non sappiamo quanto durerà. Ci auguriamo che poi inizi la discesa». A parlare è il professor Massimo Agosti Direttore del Dipartimento della donna e del bambino dell’ospedale del Ponte di Varese. Descrive l’emergenza legata ai virus respiratori ( soprattutto quello sinciziale) che colpiscono i bambini.
«Dopo un 2020 che ricorderemo perché non ci fu nemmeno un caso – spiega il professor Agosti che è primario della pediatria, della neonatologia e della terapia intensiva neonatale – abbiamo avuto un 2021 molto difficile e il 2022 è decisamente peggio. In questo momento abbiamo tutti i letti occupati: a Varese, a Cittiglio e a Tradate. I bambini più grandicelli riescono anche a superare i disturbi respiratori a casa, ma i più piccolini e quelli fragili hanno spesso bisogno di cure ospedaliere. A volte si presentano con una situazione complessa con virus sinciziale, influenza e Covid. Arrivano tanti bambini, con casi fotocopia ma, in quel gruppo a volte si cela anche la complicanza. Per questo c’è bisogno di cure e attenzioni specialistiche. Fortunatamente è una situazione contenuta nel tempo, un paio di mesi, ma quando c’è, l’emergenza è massima».
Tutti i letti delle tre pediatrie della Sette Laghi sono occupati, così anche la neonatologia e anche la terapia intensiva pediatrica: «Ci sono casi respiratori gravi che richiedono la cannula nasale, altri la ventilazione meccanica con la Cpap e, a volte, persino l’intubazione – spiega il professor Agosti – Fortunatamente a Varese abbiamo la TIP. Stiamo così accogliendo anche bimbi da tutta la provincia e dal Comasco. Devo veramente ringraziare la dottoressa Luini responsabile della pediatria, la dottoressa Bossi della Terapia intensiva neonatale, la dottoressa Plebani primario del pronto soccorso pediatrico e il dottor Ambrosoli per il grande lavoro organizzativo quotidiano che ci consente di ricoverare tutti i bimbi in condizioni critiche. Si tratta di malattie che possono prevedere una degenza anche lunga a seconda della gravità dei disturbi respiratori che crea. I piccoli pazienti possono rimanere ricoverati anche 10 o 15 giorni».
Il Direttore del Dipartimento non nasconde la gravità della situazione: «Sono sempre condizioni di bambini che allarmano i genitori e che richiedono la massima attenzione da parte dei medici. Dopo il picco del mese di dicembre la curva sembra essersi appianata. Aspettiamo la discesa».
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