Che cos’è e come funziona un piano di accumulo capitale (PAC)

Si tratta di una modalità di investimento molto versatile, in quanto si adatta con facilità alle varie esigenze dei diversi investitori

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L’autore di questo articolo è Marco Vicario del Liuc-Finance & Investment Club dell’Università Liuc di Castellanza
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Che cos’è il PAC?
Il piano di accumulo capitale, comunemente chiamato PAC, è una modalità di investimento che prevede l’acquisto di uno o più strumenti finanziari tramite una serie di versamenti periodici di capitale. Nella pratica ciò che viene fatto è versare a cadenza regolare per una durata prestabilita di tempo un importo costante di denaro. Grazie a questi versamenti si acquistano di volta in volta quote di un fondo comune oppure ETF. Il valore totale dell’investimento è dato dall’importo della rata moltiplicato per il numero di versamenti effettuati. Tipicamente al momento della sottoscrizione viene richiesto un versamento iniziale pari a 3, 6 o 12 rate. Molti sono i pregi ma d’altra parte sono presenti anche dei difetti, cerchiamo di analizzarli insieme.

Perché scegliere un PAC

I vantaggi di investire tramite un piano di accumulo sono molteplici, ma il più rilevante deriva dalla possibilità di investire anche somme di denaro molto piccole; la maggior parte degli intermediari consente di investire dai 100 euro a salire, fortunatamente oggi molti stanno abbassando la soglia minima di investimento a 50 euro. Questo garantisce al risparmiatore una certa flessibilità, in quanto, oltre a scegliere l’importo del versamento può anche modificare, in base alle proprie esigenze, il numero di rate.

Inoltre, tra i punti di forza del PAC non possiamo non citare il cosiddetto “abbattimento del rischio stagionale”, ovvero avendo un investimento dilazionato nel tempo si riduce il rischio di entrare nel mercato in un periodo avverso. Questo garantisce al risparmiatore la sicurezza di non essere totalmente esposto ad eventuali fluttuazioni improvvise.

Infine, un aspetto spesso poco considerato quando si parla di finanza, ma che nella realtà rappresenta uno dei principali motivi di fallimento nel mondo degli investimenti è la “trappola dell’emotività”. Cioè dei veri e propri shock emotivi che portano l’investitore a perdere la lucidità nei periodi di alta volatilità. Tramite un piano di accumulo questo rischio viene totalmente eliminato, in quanto i flussi di investimento sono già prestabiliti anticipatamente.

Non è tutto oro quel che luccica

Come ogni cosa, anche questo tipo di investimento non è immune agli svantaggi. Uno dei principali limiti di un PAC sono i costi di gestione elevati, in quanto, oltre alle normali spese da sostenere vi sono anche degli oneri fissi che vengono applicati a ogni rata. In aggiunta, nella maggior parte dei casi la commissione di sottoscrizione risulta essere sbilanciata, vale a dire che almeno il 20/30% del costo di sottoscrizione deve essere versato immediatamente, per poi versare la restante parte in maniera dilazionata insieme alle rate. Questa tecnica viene adottata dalle società di investimento per proteggersi contro eventuali uscite anticipate.

Un’altra problematica spesso riscontrata risiede nel fatto che dopo un certo periodo di tempo la media del prezzo finale delle quote acquistate non varia molto. Di conseguenza se il mercato dovesse entrare in una fase altamente ribassista le conseguenze non sarebbero molto diverse dall’aver fatto un investimento unico. Spesso vengono proposte delle personalizzazioni del piano che prevedono una riduzione della quota di azionariato all’avvicinarsi della scadenza del contratto; ma come dimostrato da vari studi risulta essere una soluzione inefficiente, in quanto essendo il costo per personalizzare un PAC molto elevato non vengono giustificati gli eventuali benefici.

Quale PAC scegliere?

Quando si tratta di scegliere un PAC, bisogna fare riferimento al profilo di rischio dell’investitore, difatti in base ad esso si possono individuare diverse soluzioni più o meno indicate. Esistono tre macro categorie di fondi nei quali si può investire tramite un piano di accumulo. La più diffusa è quella a fondo bilanciato, ovvero con una percentuale di obbligazionario e azionario pressoché uguale. Si tratta della scelta adatta quando l’investimento è a medio termine e non si vogliono prendere rischi troppo grossi. Altrimenti esistono due scelte che sono agli estremi opposti, ovvero un fondo totalmente obbligazionario oppure totalmente azionario, il primo con rendimento e rischio più bassi e adatto a un investimento di breve termine; il secondo presenta invece le caratteristiche opposte.

Un esempio pratico

Supponiamo di disporre inizialmente di 10.000 euro, decidiamo di voler investire mensilmente una somma pari a 200 euro e concordiamo una durata di 3 anni. L’importo effettivamente versato sarà pari a 17.200 euro. Se, ad esempio, a gennaio 2019 avessimo deciso di investire in un PAC ad azionariato globale, il valore del portafoglio tre anni dopo, a chiusura dell’investimento, sarebbe stato di 20.119 euro, con un avvaloramento pari al 16,97%.

Dovresti utilizzare un PAC?

Partiamo con il dire che, come visto nei paragrafi precedenti, si tratta di una modalità di investimento molto versatile, in quanto si adatta con facilità alle varie esigenze dei diversi investitori. Si addice sicuramente meglio ad investitori che possiedono entrate stabili e sicure, in quanto sarebbe meglio evitare di trovarsi nella spiacevole situazione di non poter far fronte al versamento della rata. Inoltre, grazie alla possibilità di concordare l’importo della rata è adatto ad investitori ad alto o basso reddito senza distinzione alcuna. Un PAC è poi particolarmente indicato per giovani che hanno appena iniziato a lavorare, famiglie ed in molti casi viene utilizzato come rendita integrativa alla pensione.

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Pubblicato il 09 Gennaio 2023
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