Ferno
A Ferno scrittori e scrittrici danno voce ai partigiani caduti per la libertà
In occasione della commemorazione di “cinque martiri” del 5 gennaio 1945, al salone dell’Alleanza Cooperativa un racconto a sette voci dedicate ad altrettanti combattenti per la libertà. Con un collegamento anche con la Sicilia
Cinque scrittori e due scrittrici, per dare voce a chi ha lottato e ha sacrificato la sua vita per la libertà: è l’iniziativa proposta a Ferno in occasione dell’anniversario dei “cinque martiri”, uccisi il 5 gennaio del 1945 alla periferia del paese nella brughiera di Malpensa, allora aeroporto militare usato dai tedeschi e dall’aeronautica della Repubblica di Salò.
L’appuntamento è giovedì 5 gennaio alle 21.15, al salone della Alleanza Cooperativa San Martino di via Mazzini 16.
L’evento è organizzato dalla storica cooperativa del paese, in collaborazione con Anpi provinciale di Varese, ANPI Ferno e Lonate Pozzolo, Anpi Samarate e Verghera, Anpi di Noto (Siracusa) e Spi Cgil Somma Lombardo e Gallarate.
A sette autori, tra scrittori e giornalisti, di dare voce attraverso riflessioni e suggestioni a quelli che potrebbero essere stati i pensieri dei cinque partigiani o di persone a loro vicine: oltre ai “cinque martiri” (Nino Locarno, Dante Pozzi , Paolo Salemi, Claudio Magnoli e Silvano Fantin, della Prima Brigata Lombarda della Montagna) ricerche storiche recenti hanno portato a conoscere le storie di un altro partigiano fernese, Giovanni Carù, ucciso a Genova, e di un internato militare, sempre fernese, Francesco Biassoni, deportato nel campo di concentramento di Hindenburg e lì morto durante un bombardamento russo.
Anche loro saranno ricordati attraverso una sorta di racconto che, pur partendo da basi storiche, vuole proprio essere un modo per cercare di dare voce a pensieri ed emozioni.
Un ricordo andrà anche a Carla Locarno, sorella di Nino, staffetta partigiana che è stata grande testimone della Resistenza ed è mancata nell’ottobre 2020.
Durante la serata, oltre il collegamento in videoconferenza con Noto, la città di origine di Paolo Salemi, uno dei cinque caduti del 5 gennaio 1945: la serata è appunto sostenuta anche da Anpi Noto, nel segno del riconoscimento del contributo di tanti ragazzi del Sud Italia (quasi tutti soldati bloccati al Nord) alla Resistenza e alla liberazione dal nazifascismo.