Cinque anni fa l’incidente ferroviario di Pioltello, che fece tre morti tra i pendolari
Le carenze di manutenzione su un binario causarono il deragliamento del treno regionale Cremona-Milano, con il ferimento di decine di persone e la morte di tre donne. Il processo è ancora in corso
Cinque anni fa, il 25 gennaio 2018, un incidente ferroviario fece tre vittime e quarantasei feriti sul treno 10452 Cremona-Milano. Il un deragliamento avvenne all’altezza della stazione di Pioltello, per cui l’episodio è divenuto appunto noto come incidente di Pioltello.
Morirono tre donne: Ida Milesi, medico 61enne residente a Caravaggio, che lavorava all’Istituto “Carlo Besta” di Milano; Alessandra Giuseppina Pirri, 39 anni, impiegata residente a Capralba; Pierangela Tadini, 51 anni, residente a Caravaggio.
Il convoglio – con a bordo circa 350 persone – percorreva l’itinerario via Treviglio, che entra a Milano da Est (da Cremona si può passare anche via Codogno, vale a dire entrando nella metropoli da Sud): nella tratta tra Treviglio e Milano ci sono quattro binari e il treno percorreva la “linea lenta”, quella utilizzata dai treni locali, mentre gli altri binari sono riservati ai treni più veloci.
Alle 6.57 del mattino poco prima della stazione di Pioltello – dove i treni senza fermata transitano a 140 km all’ora – tre vagoni sono sviati, vale a dire che le ruote sono uscite dal binario. Dopo alcune centinaia di metri il terzo vagone si è messo di traverso sui binari e ha provocato il vero e proprio deragliamento del treno (solo due carrozze e la locomotiva, che si trovava in coda, sono rimaste sul binario).
Secondo la perizia giudiziaria e la ricostruzione oggi accettata, l’incidente fu causato dalla rottura dello spezzone di rotaia di 23 centimetri, posizionata sopra un giunto in pessime condizioni, che era stato sistemato in modo provvisorio con un sostegno posticcio e che fu segnalato più volte per la sostituzione da uno degli operai del livello “operativo”.
Lo scontro politico e l’indagine sull’incidente di Pioltello
L’incidente causò subito molta polemica e anche alcune accuse dimostratesi poi fuori bersaglio (tra cui quella di Danilo Toninelli, di lì a pochi mesi ministro delle Infrastrutture nel governo giallo-verde, che se la prese con il sindaco di Milano).
Nel 2021 i vertici di Trenord sono stati assolti dal Gip, perché il treno non aveva avuto alcun ruolo nell’incidente, che era da ricondurre esclusivamente al progressivo danneggiamento della rotaia del binario in direzione Milano.
A processo sono andati invece operai, responsabili di settore e manager di Rfi, la società Fs che si occupa dei binari. Nel 2022, a quattro anni quasi esatti, è arrivata la prima pena, 4 anni concordati (patteggiamento) dal responsabile del Nucleo Manutentivo Lavori di Treviglio, un “operativo”.
Sono nove le persone sotto processo, come riporta anche la cronaca giudiziaria CremonaOggi: nove persone, ex dirigenti, dipendenti e tecnici della società Rfi, tra cui l’ex amministratore delegato Maurizio Gentile. Parti civili ammesse sono la Filt-Cgil Lombardia (il sindacato di categoria dei lavoratori dei trasporti) e una sessantina di persone tra passeggeri e familiari delle tre vittime.
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