John Cale e l’Europa del ‘900
L’ex Velvet Underground alle prese con il pop rock
Se ricordate i Velvet Underground avevano due leader, che ebbero poi una carriera solista: di Lou Reed e di Transformer abbiamo già parlato ed ora veniamo al gallese John Cale. Lasciati i Velvet nel 1968 per dissidi con Reed, si era messo a fare il produttore e il musicista di studio, salvo poi intraprendere una carriera solista: prima con un album di rock e poi con due dischi di musica sperimentale, di cui uno in collaborazione col compositore Terry Riley. Estremamente versatile, e di notevole preparazione musicale, decise poi di tornare al rock con questo Paris 1919 che venne ottimamente accolto dalla critica. Si era circondato di grandi musicisti – in particolare Lowell George e Richie Hayward dei Little Feat, e Wilton Felder dei Crusaders – ed aveva inciso un disco che era un po’ il contrario della musica sperimentale dalla quale veniva: le influenze da lui stesso citate erano Brian Wilson e i Procol Harum del disco con l’orchestra. Semplice quindi, almeno all’apparenza, ma cresce ad ogni ascolto con le sue raffinatezze ed i tanti riferimenti colti.
Curiosità: il titolo è un riferimento alla Conferenza di pace di Parigi, che chiuse la Prima Guerra Mondiale: fu quella che sostanzialmente ridisegnò l’Europa su base etnica e in base al principio di autodeterminazione dei popoli. La storia ci insegna che non ebbe effetto a lungo, ed l’avvento del nazismo ne fu una conseguenza.
La rubrica 50 anni fa la musica
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