Il grazie di Noi con Voi alle famiglie di Samarate che hanno accolto centinaia di rifugiati dall’Ucraina
Partendo dalla conoscenza dei "bambini di Chernobyl", una piccola associazione a febbraio 2022 si è trasformata in una "macchina" per recuperare e accogliere centinaia di rifugiati. A distanza di undici mesi il ringraziamento a chi ha aperto casa e dato aiuto
Un impegno lungo un anno, ma in realtà di più, perché nasce dai legami di anni. Così Samarate, con l’associazione Noi con Voi, si è trasformata in un centro di riferimento per l’accoglienza ai rifugiati ucraini, con centinaia di persone accolte e altre centinaia aiutate in altri centri della provincia.
Nell’arco di un anno a Samarate si è formata una comunità, se si vuole anche una famiglia, che ha affrontato i momenti belli (compatibilmente con una situazione di guerra) e quelli di maggiore stanchezza. Sabato sera moltissime delle persone coinvolte si sono trovate per un momento insieme, con la consegna anche di pergamene ricordo a famiglie che hanno accolto, ai volontari impegnati nelle diverse fasi, a persone e aziende che hanno dato una mano.
«La maggior parte delle persone ucraine oggi è rientrata, si sono ricongiunti con le loro famiglie: sul nostro territorio ne sono rimasti pochi» ricorda Alfonso Sapia, presidente di Noi con Voi. Rimangono legami forti con chi ha vissuto l’esperienza dello scoppio della guerra, della fuga precipitosa, della lontananza dai famigliari.
Grazie all’esperienza dei soggiorni in Italia organizzati per i “bambini di Chernobyl”, l’associazione di Samarate – come altre in Italia – aveva colto le prime avvvisaglie dell’aggravarsi della situazione e della guerra imminente: dopo un primo viaggio fino ai dintorni di Kiev, a marzo insieme ad altre realtà (Croce Rossa Busto, Banca del Tempo Gallarate, Vita a colori Arsago Seprio, parrocchia San Giuseppe Busto) aveva promosso un “convoglio solidale” che aveva consentito di recuperare cento persone al confine tra Polonia e Romania, nella maggior parte bambini già passati da Samarate e parenti. Poi un altro gruppo in primavera, mentre la guerra si stava concentrando sull’Est del Paese. In totale: 192 persone recuperate.
L’accoglienza nelle famiglie
In parallelo a Samarate decine di persone hanno collaborato per organizzare l’assistenza e la distribuzione di aiuti materiali ai rifugiati: dalla Sala Pozzi sono stati inviati pacchi e aiuti a 700 persone, ospitate anche in altre zone della provincia di Varese. Dalle prime forniture di emergenza si è poi passati anche al sostegno alle famiglie che hanno aperto le proprie case fino all’estate e in alcuni casi anche oltre. Nella rete locale hanno collaborato anche la comunità pastorale cattolica, la Caritas, il locale gruppo della Chiesa evangelica.
Le famiglie ospitanti sono state 85, a Samarate ma anche in Comuni limitrofi (ad esempio Gallarate e Ferno) e in provincia di Milano e Pavia, che hanno accettato la sfida di aprire le porte di casa, nonostante tutte le incertezze e le difficoltà possibili. «Ci sono stati momenti belli e anche difficili, non bisogna nasconderselo» ha detto anche l’assessore al sociale Nicoletta Alampi, che ha affiancato l’associazione (alla serata è intervenuta anche la collega di Gallarate Chiara Allai).
L’arrivo all’oratorio di Samarate dei rifugiati giunti con la missione di marzo 2022Moltissimi legami sono rimasti anche oggi, esiste un contatto in particolare con la zona di Kiev esposta ancora ai bombardamenti che colpiscono le strutture della vita civile e rendono ancora pesante la vita delle persone.
Nel momento di incontro comunitario sono stati dati riconoscimenti a tante famiglie che hanno accolto e a tanti volontari. La cerimonia si è tenuta al ristorante Saperi e Sapori dell’istituto Falcone: la sala era decorata con le foto scattate da Imbrahim Malla, siriano, ambasciatore della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa. Scatti che hanno riportato ai momenti più drammatici della fuga di migliaia di persone attraverso il valico di Medyka sulla frontiera tra Polonia e Ucraina.
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