“Ho scelto di vivere”: Cinzia ha deciso l’asportazione del seno perché ha la mutazione genetica
Ha scoperto la mutazione del gene BRCA1 quando la madre, paziente oncologica, si è sottoposta all'indagine genetica. Il racconto della donna, 37 anni e madre tre figli, che ha trovato assistenza, ascolto e supporto all'ospedale di Varese
Cinzia ha 37 anni, un marito e tre figli. Il 27 dicembre scorso è stata sottoposta a un intervento per l’asportazione di entrambi i seni. Sei mesi prima aveva deciso di togliere le tube. Cinzia ha la mutazione del gene BRCA1.
Lo ha scoperto sua madre, quando, paziente oncologica, è stata sottoposta all’indagine genetica all’ospedale di Varese: « Per mia madre è stato un colpo durissimo – spiega Cinzia – lo accettava per sé, ma sapere di averlo trasmesso ai suoi due figli è stato un colpo pesantissimo. Se io oggi ne parlo con serenità è perchè ho trovato all’ospedale di Varese professionisti che mi hanno preso in carico in modo globale, facendomi sentire curata, seguita e supportata. Professionisti che mi hanno ascoltata, mi hanno sostenuto nel mio percorso di decisione. E oggi sono serena, mio marito è al mio fianco, abbiamo deciso di vivere e di vivere senza più ansia».
La storia di Cinzia, e quella di suo fratello, è iniziata così, per caso, quando la madre scopre la mutazione: « Ogni sei mesi mi sottoponevo a visita senologia, ecografia e mammografia. Poi facevo gli esami del sangue alla ricerca di marker tumorali, e ancora la risonanza e poi visite ginecologiche due volte all’anno. Quando, l’anno scorso, mi hanno detto di ridurre a tre mesi l’intervallo tra i controlli ho deciso di farmi operare. Nel 2019 era troppo presto, i miei bambini erano piccoli, ma l’anno scorso le condizioni erano differenti. L’idea di vivere sotto costante minaccia che un esame andasse male non potevo più reggerla. Così ho scelto: accanto a me la dottoressa Botter che mi è stata vicina in ogni momento del mio percorso, sia prima sia dopo l’intervento. Ho deciso per me, ho scelto di ridurre il rischio di avere un tumore dal 90 al 3%».
Cinzia ha ricordi positivi di tutta l’esperienza, anche del ricovero in ospedale dove ha sentito un grande supporto: « Ora sto facendo la fisioterapia, sono in ospedale ogni due settimane. Tra 4 o 5 anni mi farò asportare anche l’utero e le ovaie: al momento sono seguita dal dottor Rossi che mi ha prescritto una cura farmacologica per ridurre l’attività dell’ovaio. Io sono contenta di aver trovato all’ospedale di Varese professionisti che mi hanno saputo accogliere e seguire in tutto il mio percorso. Regione Lombardia riconosce la gratuità per gli esami alle donne mutate. Dal dicembre scorso sono compresi anche gli uomini: anche mio fratello entra in un percorso di prevenzione».
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