Sfregiata al volto con la flûte dello spumante: il processo a Varese
I fatti avvenuti a Leggiuno nell’ottobre 2020: l’accusa è di aver trasformato un gambo del bicchiere in vetro in una micidiale arma impropria. Il reato contestato è “deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso“
«Dai, sotterriamo l’ascia di guerra, vieni fuori che ci fumiamo una sigaretta e chiediamo tutto». Ma appena uscita dalla porta del bar di Lggiuno verso l’ora dell’aperitivo l’11 ottobre 2020, la donna che un tempo era sua amica ma con la quale iniziarono gli screzi per via di un uomo, l’ha colpita col gambo spezzato della flûte per spumante una, due, tre volte alla guancia, aprendole letteralmente la faccia e deturpandola per sempre.
Per quei fatti è in corso il processo dinanzi al giudice collegiale di Varese che nell’udienza di oggi, 17 gennaio, ha ascoltato alcuni testi, oltre alla persona offesa, una ragazza di 30 anni che al momento dei fatti, sotto shock, arrivata al pronto soccorso non aveva denunciato l’accaduto, poi messo a querela assieme al difensore Augusto Basilico che la affianca in giudizio in quanto ammessa a parte civile. L’imputata, di una decina d’anni più anziana è invece difesa da Agnese Murdolo del foro di Busto Arsizio. Il pubblico ministero dottoressa Maria Anna Zini sostiene la responsabilità penale dell’imputata per un reato tremendo, e di recente introduzione nel codice penale italiano dal momento che risale al 2019 ed è il “583-quinquies”: deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, che prevede pene dagli 8 ai 14 anni.
La difesa dell’imputata cerca di far passare la tesi della legittima difesa: oltre ai tre fendenti con la flûte rotta sono stati portati anche dei calci da parte della vittima «ma sono calci di reazione che la vittima stessa ha dato per difendersi dopo l’aggressione, non prima», ha specificato l’avvocato Augusto Basilico.
Quella sera di ottobre di due anni fa verso le 19 un gruppo di amici – la vittima e altri ragazzi – si era dato appuntamento in un bar di Leggiuno per un compleanno quando sarebbe partito un alterco fra le due donne sembra per via di una storia che aveva anche vedere con un fidanzato che è stato l’uomo di entrambe. Ma non appena uscite dalla porta del bar per i chiarimenti uno dei testi ascoltati (esperto di security in eventi e feste) ha raccontato di aver udito l’inconfondibile rumore del bicchiere che si infrange e diventa un’arma, per poi una volta raggiunta la ragazza aver visto lo spettacolo della guancia della giovane squarciata e che perdeva copiosamente sangue. Ora la donna, che ha subito diversi interventi chirurgici di sutura e di ricostruzione plastica, non può prendere il sole sulla ferita i cui postumi, ancora visibili, sono stati mostrati in aula. A marzo verranno ascoltati i testi chiamati dalla difesa prima della chiusura del dibattimento che precede le conclusioni, e la sentenza.
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