Valcuvia “ripulita”, ma la lotta allo spaccio continua
Diverse operazioni hanno consentito negli ultimi 12 mesi di raggiungere risultati operativi importanti. Resta alta la guardia per il controllo del territorio in un'area vasta e difficile da presidiare

Le indagini che corrono su due binari, l’investigazione classica con le confidenze di assuntori e residenti (che aiutano spesso avvisando dei movimenti sospetti) ma anche attraverso gli spunti nelle copie forensi dei cellulari, le mappature gps, e gli strumenti che la tecnologia permette di sfruttare come le intercettazioni – telefoniche e ambientali – e le fototrappole nei boschi.
I ferri del mestiere ci sono, e i carabinieri attivi nel Nord della provincia li sanno usare coordinati dalla procura della repubblica. Certo l’area in questione, quando si parla dello spaccio nei boschi, è piuttosto vasta: dopo gli ultimi sviluppi investigativi si può affermare che gran parte della Valcuvia è stata “ripulita“ dai pusher: ci sono sacche attive in alcune zone di primo approdo, ma il grosso delle postazioni in queste aree è stata smantellata e resistono solo in Valganna-Valmarchirolo che si è trasformato nel vero fronte caldo dello spaccio nei boschi (nella foto, l’ultima operazione in ordine di tempo, l’arresto di tre spacciatori a Sangiano).
La polizia di Stato ha operato con diverse indagini legate al contrasto dello spaccio nei boschi, una delle più importanti quella legata all’arresto di 17 persone solo nel giugno scorso. Il bilancio per le attività svolte dai militari del Luinese nel corso dell’ultimo anno è di 36 persone arrestate, un chilo e mezzo di droga recuperata e 25 mila euro sottoposti a sequestro. Le indagini durante i blitz nei boschi vogliono anche arrivare ad altro, ai collegamenti con gli acquirenti ma anche all’eventuale presenza di armi: la recrudescenza degli ultimi episodi dimostra come l’uso delle armi da fuoco si sta pericolosamente diffondendo era chi controlla le zone di spaccio, sia come arma per il controllo del territorio (e che vengono usate senza troppo timore), sia come deterrenza per curiosi e residenti che si lamentano: in più di un’occasione armi bianche o da fuoco sono state impugnate per allontanare dalle piazze di spaccio.
Resta alta la guardia per il controllo del territorio in un’area vasta e difficile da presidiare, ricca di rilievi e boschi anche fitti facilmente raggiungibili attraverso le provinciali montane. Per questo è importante l’alleanza coi residenti: segnalare subito al 112 i movimenti sospetti.
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Tuttavia ho l’impressione che lo spaccio sia una sorta di Hidra. tagli una testa e ne spuntano altre due nuove. andrebbe potenziato notevolmente il servizio antidroga in tutti gli ingressi di mare, di terra e di aria nel paese prima di tutto. e poi messe pene di una severità tremenda nei confronti del intera filiera dello spaccio e sopratutto del importazione.
Secondo me inasprire le pene e renderle draconiane non serve a un gran che. Bastano quelle attuali. Quel che serve è che le pene siano applicate in maniera VELOCE E CERTA.