Abusi sessuali sulla nipotina, il pm chiede 6 anni per lo zio
Le accuse riguardano pesanti atti sessuali su minore praticati con giocattoli erotici quando la bambina aveva meno di 10 anni. Il difensore: “Non è così, va assolto”
Si avvicina l’ora della verità per il processo che vede imputato un uomo di 63 anni della provincia di Varese con l’accusa di violenza sessuale su minore. La vicenda (QUI un articolo sulla vicenda) riguarda l’accusa mossa allo zio della vittima di averla sottoposta ad abusi sessuali anche con l’uso di sex toys che le causarono attacchi d’ansia, disturbi e problemi psicologici di cui i genitori si accorsero.
Fatti contestualizzati dal pubblico ministero Luca Petrucci che ha nella su requisitoria ha parlato di una «istruttoria chiara e lineare», con la persona offesa che ha «reso dichiarazioni credibili e costanti» portandolo alla richiesta di 6 anni di reclusione più le sanzioni accessorie, invocando inoltre l’aggravante della minore età della vittima – inferiore di 10 anni – e l’attenuante di tenuta del fatto (non si parla di rapporti completi nelle accuse). Anche la parte civile si è soffermata sulle sofferenze psicologiche patite dalla ragazza che avrebebro tediato la sua adolescenza «e che si sta portando dietro ancora oggi come giovane donna», ha spiegato l’avvocato Sara Cazzulli soffermandosi sulle “plurime contraddizioni” nelle quali sarebbe caduto l’imputato durante la sua escussione in aula. “Danni biologici e psichici” quantificabili in 200 mila euro.
L’avvocato Furio Artoni, difensore dell’imputato, che ha parlato di “strada in salita” della difesa che parte dalle pesanti accuse mosse dalla ragazza. Ma Artoni ha scomposto la storia in numerosi aspetti che ha giudicato contraddittori. «Siamo sicuri che quello accaduto alla vittima sia quello che è stato raccontato?»: questa la domanda iniziale del difensore a sostegno della sua tesi, la cui risposta sarebbe negativa «dal momento che gli psicologi escludono sintomi di disagio psichico patito dalla giovane, che nei suoi diari non ha mai menzionato degli abusi e anzi vedeva l’infanzia come un periodo sereno e sAbusiicuro, e a scuola aveva ottimi voti».
E allora perché quelle gravi accuse? «Cercava attenzioni da qualcuno: dagli amici, dai professori, dai genitori: nel diario non figurano tracce di accuse nei riguardi dello zio». Poi l’ultima – pesante – valutazione del difensore legata alle condizioni economiche della famiglia della giovane: «Lo zio aveva prestato soldi alla famiglia della ragazza, e ne pretendeva la restituzione». Il difensore ha chiesto l’assoluzione dell’imputato; il collegio deciderà il prossimo 28 marzo.
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